Il teologo gesuita Jon Sobrino (due sue opere nel 2007 furono definite “errate” dalla Congregazione per la dottrina della fede) incontrerà Papa Francesco il 13 novembre, durante la messa mattutina a Santa Marta. Il giorno dopo, 14 novembre, parteciperà al seminario alla Pontificia Università Urbaniana nel 50° anniversario del “Patto delle catacombe”. 50 anni fa, il 16 novembre 1965, pochi giorni prima della chiusura del Concilio Vaticano II, 42 vescovi conciliari (poi diventati 500), tra cui il brasiliano dom Helder Camara e l’italiano Luigi Bettazzi, siglarono il “Patto” nelle catacombe di Santa Domitilla a Roma, come impegno personale a condurre una vita di povertà rinunciando a lussi, simboli di potere e privilegi e ad essere “una Chiesa serva e povera” come desiderava Giovanni XXIII. Oggi il “patto”, dimenticato nei decenni successivi per ragioni politiche, è uscito allo scoperto ed è diventato vita vissuta con Papa Francesco e il programma del suo pontificato: “Per una Chiesa povera e una Chiesa per i poveri”.

I 42 vescovi di 15 Paesi di differenti continenti, tra i quali molti latinoamericani, celebrarono una eucarestia, presieduta dal vescovo belgaCharles-Marie Himmer, nelle catacombe di Santa Domitilla. Nel testo, redatto da dom Helder Camara, i vescovi si impegnavano a: “Vivere come vive ordinariamente la nostra popolazione per quanto riguarda l’abitazione,  l’alimentazione, i mezzi di locomozione e tutto il resto che da qui discende”. Una rinuncia, nello specifico, “agli abiti (stoffe ricche, colori sgargianti)”, ai simboli in oro e argento, alla proprietà “di beni immobili, né mobili, né conto in banca”. Allo stesso tempo, i vescovi rifiutavano di essere chiamati “oralmente o per scritto, con nomi e titoli che significano grandezza e potere: Eminenza, Eccellenza, Monsignore…). Preferiamo essere chiamati con il nome evangelico di Padre”.

L’appuntamento del 14 novembre nell’Aula Magna della Pontificia Università Urbaniana, organizzato dal gruppo Jpic dell’Unione dei superiori e delle superiore generali (Usg/Uisg), dai Missionari del Verbo Divino e dal Sedos (Centro di studi sulla missione), sancisce l’ufficialità della celebrazione. Interverrà anche il vescovo emerito di Ivrea Luigi Bettazzi, oggi 92enne, tra i pochi firmatari ancora in vita insieme al vescovo José Maria Pires, che dal Brasile invierà un video messaggio. Ha confermato la sua presenza anche il cardinale Joao Braz de Aviz, Prefetto della Congregazione per gli istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica.

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