riunione cei RomaL’indissolubilità del matrimonio cristiano “non è un peso”, e deve essere trattata “in modo più positivo”. È una delle richieste ricorrenti nelle sintesi dei 13 Circoli minori, presentate ieri, nel corso dell’ottava Congregazione generale del Sinodo. Il lavoro dei Circoli minori, in questa seconda settimana, si è concentrato sulla seconda parte dell’Instrumentum laboris, dedicata alla vocazione e alla missione della famiglia. L’invito ad adottare un linguaggio più positivo sull’indissolubilità del matrimonio è venuto dal Circolo di lingua inglese moderato dal cardinale Collins, che ha fatto notare anche che l’Instrumentum laboris “in nessuna parte definisce il matrimonio”, e ciò causa “ambiguità” nel testo: di qui la proposta di utilizzare la definizione del matrimonio cristiano che ne dà la Gaudium et Spes. Da un altro Circolo minore anglofono, quello moderato dal cardinale Nichols, è venuto l’invito ad usare per definire l’indissolubilità del matrimonio “un linguaggio che sia meno legalistico, e che mostri meglio il mistero dell’amore di Dio che parla del matrimonio come una grazia, una benedizione”. “L’indissolubilità del matrimonio è un dono di Dio piuttosto che un peso”, è stato sottolineato anche nel Circolo di lingua inglese moderato da monsignor Eamon: “Trovare una maniera positiva” di parlare dell’indissolubilità del matrimonio significa anche “farlo apprezzare pienamente alle persone come un dono”.

“Un approccio più unificato tra la teologia e la pastorale, tra la pienezza e la ferita, tra la verità e la misericordia”. È la richiesta emersa dal Circolo minore di lingua francese moderato da monsignor Maurice Piat, in cui viene stilata anche una proposta di “prologo” alla seconda parte dell’Instrumentum laboris, oggetto dei lavori per gruppi linguistici della seconda settimana del Sinodo, in cui si parli della Parola di Dio come “bussola sicura” per la vocazione e emissione della famiglia. Più “unità” è stata chiesta anche dal Circolo francofono moderato dal cardinale Gerald Cyprien Lacroix, mentre il Circolo francese moderato dal cardiale Robert Sarah ha chiesto una riflessione supplementare su “come condurre le persone, e soprattutto i più giovani, a scoprire il senso e l’importanza del matrimonio cristiano in un momento in cui hanno difficoltà ad individuarne le ragioni e la finalità”, e ciò causa la “caduta impressionante del numero dei matrimoni celebrati in alcune parrocchie delle grandi città europee”. Sempre nel Circolo moderato da monsignor Piat, si è formulato l’auspicio che “il Sinodo apra un periodo di paziente ricerca comune dei teologi e dei pastori per costruire le giuste fondamenta di una pastorale familiare” che coniughi dottrina e pastorale.

“Poiché l’istituto del Sinodo difficilmente potrebbe rispondere all’esigenza di ordinare in un documento esaustivo la complessa e diversificata dottrina sul matrimonio e sulla famiglia, emerge la necessità, da una parte di domandare un documento magisteriale che possa rispondere a questa esigenza, dall’altra l’impegno a verificare i risvolti pastorali attinenti alla tematica”. È la richiesta pervenuta dal Circolo di lingua italiana moderato dal cardinale Edoardo Menichelli, in cui si è chiesta anche “un’alleanza rinnovata tra le diverse forme di vocazione all’amore: la vita matrimoniale, la vita sacerdotale, la vita consacrata”, in un tempo come il nostro che “chiede la capacità di stare vicino, di accompagnare, di accogliere, di perdonare”. “La seconda parte è il cuore pulsante della vocazione e della missione della famiglia”, hanno fatto notare i padri nel Circolo minore italiano moderato dal cardinale Angelo Bagnasco: “Il punto focale del Sinodo è il valore evangelizzante del matrimonio e della famiglia”, perché “la comunità cristiana diventi una famiglia di famiglie, misuri la propria azione pastorale sullo stile delle famiglie e con essa trasmetta una forza umanizzante alla vita del mondo”. Il Sinodo, allora “deve far circolare la linfa vitale del Vangelo dentro il corpo della Chiesa e della famiglia, per irradiarne l’energia e la vitalità anche nella via civile e sociale”.

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