mammaSAN BENEDETTO DEL TRONTO – Pubblichiamo il saluto che Giancarla Perotti ha voluto dedicare a sua mamma, Giulia Illuminati, di cui si sono celebrate le esequie domenica 11 ottobre.

Giancarla: “Mamma, oggi ci troviamo qui, in questa Chiesa, dove tu e babbo Francesco, tuo sposo,  da persone cristiane avete voluto che le vostre  figlie, Marisa ed io  ricevessimo il dono del battesimo e i sacramenti dell’eucaristia e della Confermazione, iniziandoci così alla vita cristiana. Non avete voluto questo per noi perché in quel momento storico quasi tutti iniziavano i loro figli al cristianesimo, no.  Tu e babbo lo avete voluto perché eravate credenti e la vostra fede era certa e così è rimasta per tutto il tempo che il Padre Celeste vi ha donato. Questo mi avete sempre testimoniato. Fino a quando siamo rimaste con voi, e cioè fino a quando non ci siamo sposate, tutte le domeniche insieme eravamo qui, in questo luogo sacro, per celebrare l’eucaristia con la nostra comunità. Tutte le domeniche. Eravamo lì: tu, Marisa ed io. Babbo era leggermente distante da noi perché si metteva insieme agli uomini, spesso in piedi. Poi tornavamo a casa con tanta gioia nel cuore. Tu poi questa gioia la facevi traboccare, tanto che, nonostante le difficoltà della vita, cantavi sempre. Che gioia vedere una mamma che canta davanti alle figlie, ripeto, nonostante le difficoltà. Babbo invece fischiettava. Quanti doni hai ricevuto da Dio: abbondava in te la fortezza, dono dello spirito santo. Tutti hanno riconosciuto in te questo dono. La sapienza: in tante situazioni intrigate era lei a farti discernere il bene da scegliere. Il consiglio: la tua casa era sempre aperta per le persone che attraversavano momenti difficili, li sapevi consigliare dicendo sempre il vero, con amore: non ha ingannato mai nessuno. Non credo di aver riscontrato in te parole di menzogna. Il timore di Dio, altro dono dello Spirito, non hai avuto paura di Dio, ma ti sei abbandonata a Lui che ti ha creato con totale fiducia anche quando hai perso tua figlia Marisa a soli 28 anni. Hai lottato con Dio in quel momento, ma ti sei ancora fidata di Lui. Hai sempre riconosciuto che è da Dio che hai ricevuto la forza per accettare questa realtà. La speranza poi un’altra virtù che è stata sempre presente  in te, sempre presente, tanto che la donavi sia a noi di casa che alle persone che incontravi. E quanta consolazione hai dato! A tutti, anche se le persone della tua famiglia erano le prime a beneficiarne.

Insieme a babbo avete sempre aperto la vostra casa a persone bisognose. “Mi ricordo un particolare che non riuscirò mai a dimenticare. Io ero piccolissima: un pomeriggio d’inverno bussò alla nostra porta un uomo che veniva dal Nord dell’Italia  e ci chiese ospitalità perché non sapeva dove passare la notte. Babbo e mamma, pur non conoscendolo lo invitarono a cena e rimase con noi. Siccome non avevamo la stanza per gli ospiti mi chiedevo dove  lo avrebbero fatto dormire. Mamma insieme a mio padre, sistemarono un materasso in cucina, il luogo più caldo della casa e passò la notte con noi. Il mattino dopo partì.

Il mio cuore si riempiva di gioia quando vedevo la sua grande generosità. Nessuno è mai uscito dalla nostra casa a mani vuote.

Mamma, sei stata una donna che ha accettato i suoi limiti senza nasconderli, anzi,  li mettevi in risalto con humor, strappandoci tante risate. Quante volte hai scherzato sui tuoi errori, riconoscendoli, ma accettandoli con serenità. Nulla ti ha mai turbato e quando ti si chiedeva ragione della tua gioia rispondevi: “E’ la fede in Gesù Cristo che mi dà la pace nel cuore. Amavi così tanto la vita che tu, donna laboriosa, non ti riposavi mai e mi chiedo, super attiva che eri, come hai potuto accettare 18 anni di infermità totale. Ma quando te lo abbiamo chiesto, erano presenti anche i miei figli, hai risposto con un sorriso. “Sono contenta di vivere anche così”.  Sei stata anche una guida energica e molte volte, anche negli ultimissimi  anni, quando ancora riuscivi a proferire parole, mi riprendevi facendomi presenti i miei errori e quando non hai potuto più parlare lo facevi con gli sguardi, comunicavi con gli occhi. Sì mi hai parlato fino a un attimo prima dell’ultimo respiro, con i tuoi occhi.

Grazie mamma per l’esempio che ci hai dato, soprattutto negli ultimi anni. Quando sei stata nella nostra casa ci hai arricchito con la tua testimonianza di vita che è rimasta nel mio intimo, che farò mia e che testimonierò ai miei figli e a tutte le persone che me lo permetteranno.

Donna di preghiera. La tua preghiera è stata costante e quando non riuscivi più a parlare gradivi tanto che pregassi ad alta voce vicino al tuo letto, accennando un sì col tuo capo alle parole più significative. Ma la tua dote più bella è quella del perdono. Mai hai avuto rancore per qualcuno. Grazie mamma.”

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