25680comunesanbenedettodeltronto_203805SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Prima della riforma Ciaffi, il Sindaco si perdeva tra le pieghe degli Assessorati che erano chiamati in prima persona nella dinamica della vita cittadina. Da diverse legislature è la figura del Sindaco ad aver assunto il sopravvento e non sempre gli Assessori riescono ad uscire dalla sua ombra. Allora c’era anche un diverso modo di rapportarsi con i cittadini, i quali indicavano, attraverso il voto, anche la Compagine Amministrativa. Che in questi giorni ci si stia impegnando  nella nostra città,a ricercare personaggi capaci di riassumere le diverse aspirazioni dei gruppi,è senza dubbio,cosa buona,ma credo di non errare se aggiungo che si stia usando un metodo contraddittorio. Ancora una volta gli interessi partitici stanno facendo  da carburante nella scelta dei candidati mostrando difficoltà insite in richieste particolaristiche.

Non credo si possa parlare di salto di qualità, finché i partiti si chiudono a riccio nella ricerca di privilegi. Non si può scegliere un candidato a Sindaco, senza prima stilare un programma che esprima gli orientamenti base e i valori sui quali si chiede il consenso. E’ vero, i partiti sono indispensabili, ma prima occorre dare prova di un autentico amore per il proprio paese, a costo di rinunce anche sofferte. Si cerca di salvare la rappresentanza,e il cittadino? Tutti si chiedono,di fronte ad una scelta così selettiva per cui l’una esclude l’altra, i cattolici come si orienteranno? Sarebbe limitativo se dovessimo scegliere in base alle qualità professionali dei candidati a Sindaco e non su un programma che faccia da base. E’ una necessità questa che può essere banalizzata in promesse velleitarie alle quali siamo da decenni abituati. Vogliamo conoscere le priorità che debbono ruotare prevalentemente intorno alla persona. Il futuro Sindaco si deve far carico degli autentici problemi del cittadino che va difeso anche nei confronti di altre Istituzioni che spesso trattano le persone come oggetti. Il disagio di tanti ambienti, le incertezze di tante famiglie, le tragedie che silenziosamente si consumano, penso meritino più attenzione di un parcheggio o di un monumento. Il sommerso di questa città, non è tanto il lavoro non denunciato, quanto i disagi spesso creati da forme di sopraffazioni contro le quali il cittadino trova spesso un muro di omertà e non ha i mezzi per contrapporsi.

Amministrare è gratificante solo in una società non di sudditi tenuti a bada con programmi pieni zeppi di titoli, di promesse populiste ed utopistiche, ma di cittadini che sanno di avere dei doveri, ma altresì di avere spazio per i propri diritti. Il cattolico deve far appello a tutta la sua spiritualità, che va intesa, come scriveva il prof.Scoppola,”in un concetto più ampio e interessante; spiritualità come modo personale e interiore di vivere l’esperienza religiosa e comunque l’esperienza del mondo dei valori”. In passato il coinvolgimento delle masse popolari era stato favorito dalla forte dimensione interiore dei protagonisti. Ci si augura che su questa strada i nominativi che si andranno a scegliere riportino un particolare interesse verso la politica, specie tra i cattolici e non vinca, una volta ancora, il partito del non-voto.

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