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Montalto, la devozione dei fedeli verso la Vergine invocata sotto il Titolo di “Addolorata”

Montalto Marche Cattedrale S. Maria AssuntaDi Lauretanum

MONTALTO DELLE MARCHE – Sempre rivive a Montalto, nel mese di settembre, la particolare devozione dei fedeli verso la Vergine invocata sotto il Titolo di “Addolorata”. L’Addolorata (oppure Madonna dei Sette Dolori), in latino Mater Dolorosa, è un titolo con cui viene molte volte chiamata ed invocata dai cristiani Maria, la Madre di Gesù. Il titolo si basa su alcuni momenti della vita di Maria descritti nei Vangeli.

Tradizionalmente, dalla lettura dei Vangeli, i cristiani hanno enucleato sette dolori affrontati da Maria:
I) la profezia dell’anziano Simeone sul Bambino Gesù;
II) la fuga in Egitto della Santa Famiglia;
III) lo smarrimento del Bambino Gesù nel Tempio;
IV) l’incontro di Maria e Gesù lungo la Via Crucis;
V) Maria ai piedi della Croce dove Gesù è crocifisso;
VI) Maria accoglie nelle sue braccia Gesù morto;
VII) Maria vede seppellire Gesù.

I simboli iconografici che meglio identificano questo tipo di immagine sono: una, cinque o sette spade conficcate nel cuore, a volte evidenziato con sopra una fiamma; il fazzoletto in mano; il vestito viola o nero del lutto; il volto ovaleggiante, inclinato e rivolto a cielo, occhi grandi, bocca piccola da cui traspare la dentatura e mani giunte con dita intrecciate. Meno frequentemente ha in mano la corona di spine. Nelle due immagini montaltesi si riscontrano molti di questi attributi di iconografia mariana: la statua esposta nella Concattedrale ha la spada nel petto e il fazzoletto bianco in mano, col capo reclinato e rivolto verso il cielo; quella custodita nella chiesa di San Niccolò invece veste di nero e ha le mani incrociate, dalle quali pende un fazzoletto bianco.

Ogni Venerdì di settembre, la Comunità cristiana del capoluogo sistino è invitata alla preghiera liturgica proprio in questa antica chiesa cittadina: alle ore 18:30 la recita della Corona dell’Addolorata (un pio esercizio mariano, che ha tuttavia una chiara nota cristologica ed ecclesiale, e aiuta a scoprire il significato salvifico del dolore della Vergine nell’ambito del Mistero di Cristo e della Chiesa; altresì evidenzia una nota antropologica che porta a comprendere il valore della sofferenza della Madre del Signore in rapporto alla condizione esistenziale dell’uomo, al suo travaglio e alle sue angosce, alle sue aspirazioni e al suo destino) e alle ore 19 la Celebrazione eucaristica, che si conclude col canto tradizionale dello Stabat Mater.