VescovoDi Massimo Cerfolio

DIOCESI – A conclusione del venticinquensimo convegno delle famiglie di Montemonaco abbiamo intervistato il nostro Vescovo Mons. Carlo Bresciani.

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Eccellenza perché la scelta del tema educare al convegno per le famiglie?
La scelta del tema educare è fondamentale, perché come ha detto più volte il relatore, o noi educhiamo nel senso che formiamo la persona alle buone abitudini alle buone pratiche, quindi a saper vivere e non soltanto a saper pensare.
Quindi non abbiamo delle persone mature capaci di esercitare la propria libertà, capaci di creare dentro di sé le condizioni di essere veramente liberi all’interno delle relazioni. In fondo la libertà è fondamentale, anche per stabilire relazioni affettive ma non è una libertà che deve essere arbitraria, ma una libertà che sa perseguire coerentemente i fini e quella meta di un rapporto stabile costruttivo per se e per gli altri così come è il matrimonio. Allora se la persona non è educata a guidare se stessa e a saper vivere bene con se stessa e con gli altri, non potrà realizzare neanche gli scopi migliori della propria vita.

La famiglia sempre più centrale nella società moderna ma sempre più bisognosa come mai?
Sicuramente si perché la famiglia non vive in un’isola, ma vive dentro un contesto sociale da cui è condizionata, certamente non determinata ma è condizionata. La famiglia non può essere pensata assolutamente autonoma, ma ha bisogno della società ora, se la società si pone in una maniera individualistica, abbandona la famiglia a se stessa, da una parte chiede molto alla famiglia ma non l’aiuta mettendola in difficoltà, occorre capire che la famiglia è una risorsa sociale, che dobbiamo insieme tutti, come società difendere e aiutare a vivere.

Se e come gli oratori possono allargare il proprio operato anche alle famiglie?
Sicuramente gli oratori hanno lo scopo di formare nuove generazioni, formando nuove generazioni alla relazione. Non devono semplicemente animare, intrattenere i ragazzi, ma recuperare il senso autentico dell’oratorio che è un luogo formativo così come lo aveva già pensato Don Bosco. Tra la formazione ce’ sicuramente una formazione all’affettività e alla sessualità, dimensione assolutamente essenziale della persona per andare a costruire ed aiutare a crescere persone adulte con una prospettiva sicuramente cristiana ma adulte per il futuro. Quindi l’oratorio chiaramente non può che guardare all’uomo di domani che sta formando nel processo del tempo anche attraverso le famiglie.

Per concludere un suo pensiero personale sul convegno ed un consiglio alle famiglie giovani e non.
Il mio pensiero personale, è di una grande soddisfazione per la presenza e la partecipazione delle famiglie di San benedetto del Tronto e di tutta la Diocesi e per le ottime relazioni che abbiamo sentito. Mi pare che questo impegno delle famiglie, sia un buon presupposto per il futuro, un buon presupposto per la nostra Diocesi perché maturi una consapevolezza maggiore e anche una disponibilità di queste famiglie a mettersi a servizio di giovani famiglie ed aiutarle a crescere. Quindi un segno di grande speranza.

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