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Napoli si inventa il bus da matrimonio

busMarriedC’è chi sogna un matrimonio da sogno e decide di andare a sposarsi con la limousine, con un’elegante auto sportiva o con una carrozzella trainata dai cavalli… ma, forse, è troppo scontato. In un mondo diviso tra spinta all’omologazione e desiderio di originalità, arriva la proposta dell’Anm, l’azienda napoletana mobilità, che noleggia i propri autobus a coppie che vogliono aggiungere un “tocco inconsueto” alla giornata indimenticabile per eccellenza, quella del sì.
Accade anche questo a Napoli, città dai mille volti e contrasti, dove, grazie al progetto “Bus Married”, si potrà raggiungere il luogo della cerimonia con un autobus di linea, di quelli che ogni giorno scarrozzano, con non molta puntualità, a dire il vero, viaggiatori da un angolo all’altro della città.
Le opzioni sono diverse. Si può noleggiare un pollicino, nel caso che sul bus si sposti solo la sposa e chi l’accompagna all’altare, o un bus di grandi dimensioni, per far salire a bordo anche parenti e amici. Certo non passerebbe inosservato un grande bus tirato a lucido e abbellito con nastri e fiori, per dare il senso della festa. Il servizio, al momento, ancora non ha sfondato, ma l’Anm spera che possa garantire per il futuro delle entrate. Indubbiamente, una certa curiosità intorno alla proposta non manca, anche se finora solo la figlia di un autista ha scelto di arrivare in chiesa insieme con il papà.
La tendenza delle nozze sui bus è molto diffusa in tutta Europa. Consente di scarrozzare un bel numero di persone e può transitare senza problemi anche nelle Ztl e nelle aree pedonali senza bisogno di richiedere permessi particolari.
Ma la proposta è “politically correct”? È alla portata di tutti? E, soprattutto, si rivolge a tutti? Coppie che si sposano in chiesa e al comune? E gli altri? Perché in questa nostra società, dove è facile essere tacciati di essere retrogradi e oscurantisti, non vorremmo che il “Bus Married” fosse considerato un ingiustificato privilegio per chi ha la “fortuna” di potersi sposare… Già, perché dal servizio potrebbero sentirsi esclusi coloro che al momento non possono “regolarizzare” la loro situazione… Ma diamo tempo al tempo. Forse, tra qualche mese, l’interrogativo non avrà più senso.