Papa VescoviSiete “testimoni del Risorto. Questo è il vostro primario ed insostituibile compito”; a voi “è affidata la predicazione della realtà che sostiene tutto l’edificio della Chiesa: Gesù è Risorto!”. Così ha esordito ieri mattina Papa Francesco, ricevendo in udienza i vescovi nominati nel corso dell’anno, a Roma per le giornate di approfondimento promosse dalle Congregazione per i Vescovi e per le Chiese Orientali. “Non si tratta di una proclamazione ovvia né facile”, ha riconosciuto il Pontefice.
“Il mondo è così contento del suo presente, almeno in apparenza”, la sua analisi, gli uomini “sono così dimentichi dell’eternità”, molti di loro “si sono tacitamente rassegnati all’abitudine di navigare a vista”, molti “sono così rapiti dal cinico calcolo della propria sopravvivenza, che ormai si sono resi indifferenti e, non di rado, impermeabili alla stessa possibilità della vita che non muore”. Tuttavia “siamo assaliti da domande le cui risposte non possono venire che dal futuro definitivo”. E si tratta di “sfide drammatiche come la globalizzazione”, il “fenomeno epocale delle migrazioni”, l’ambiente naturale sfruttato e minacciato, il lavoro, la “desertificazioni dei rapporti”, la “deresponsabilizzazione diffusa”, lo smarrimento di tanti giovani e la solitudine di molti anziani.

Nessun ambito della vita degli uomini va escluso dall’interesse del cuore del Pastore”, il monito di Francesco richiamando l’”Evangelii gaudiium”. “Vi invito – ha detto ai nuovi presuli – a farvi vescovi pedagoghi, guide spirituali e catechisti” per “coloro che sono di casa, frequentano le vostre comunità e si accostano all’Eucaristia”. Con riferimento ai battezzati “che però non vivono le esigenze del Battesimo”, il Papa ha osservato che “alcuni si sono allontanati perché delusi dalle promesse della fede o perché troppo esigente è sembrato il cammino per raggiungerle. Non pochi sono usciti sbattendo la porta, rinfacciandoci le nostre debolezze” e cercando “di convincersi che si erano lasciati ingannare da speranze alla fine smentite”. “Siate Vescovi capaci di intercettare il loro cammino – l’esortazione di Francesco -; fatevi pure voi viandanti apparentemente smarriti domandando che cosa è successo nella Gerusalemme della loro vita” senza scandalizzarsi dei loro dolori o delusioni. “Riscaldate il loro cuore” finché “si aprano i loro occhi e possano invertire la rotta e tornare a Colui dal quale si erano allontanati”. “Cercate – l’invito conclusivo – anche chi non conosce Gesù o l’ha sempre rifiutato” per guardare, “senza paura o soggezione, su quali alberi si sono arrampicati”. Non è vero “che possiamo prescindere da questi fratelli lontani. Non ci è consentito di rimuovere l’inquietudine per la loro sorte”.

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