SiriaRimanete! Nonostante tutte le difficoltà, siate pazienti! Non emigrate!”. È l’accorato appello del patriarca melchita di Damasco, Gregorios III Laham, ai giovani cristiani di Siria.
In una lettera inviata ad Aiuto alla Chiesa che soffre (Acs), il patriarca denuncia la forte emorragia di giovani cristiani dalla Siria e dall’intero Medio Oriente. Un fenomeno che il presule paragona ad uno tsunami e che pone in pericolo l’esistenza stessa delle comunità cristiane mediorientali. “Quale futuro resta per la Chiesa? Quale sarà ora la nostra patria? E cosa ne sarà delle nostre parrocchie e istituzioni?”, si domanda. Come confermato dal patriarcato e da diverse fonti locali, il perdurare della crisi siriana spinge molti cristiani a cercare un futuro migliore all’estero. Almeno tre volte a settimana da due quartieri cristiani di Damasco partono dei pullman con a bordo venti o trenta ragazzi e adolescenti appartenenti alla minoranza religiosa. Una volta arrivati a Beirut, metteranno a rischio la propria vita su navi dirette in Turchia, per poi ripartire alla volta di un Paese europeo. Altri in questi anni hanno invece raggiunto la Libia e si sono imbarcati alla volta di Lampedusa. “Questa enorme ondata di emigrazione mette a rischio il futuro della Chiesa in Siria”, la denuncia del patriarca. Dall’inizio della crisi in Siria nel 2011, Acs ha donato oltre 7 milioni di euro a sostegno dei cristiani siriani.

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