AngelusDa Zenit di Luca Marcolivio

La Festa del Perdono di Assisi ha dato l’occasione a papa Francesco, al termine dell’Angelus di oggi, di tornare a parlare della Misericordia di Dio e di invitare i fedeli ad accostarsi senza paura al sacramento della riconciliazione.

Il Santo Padre ha introdotto la preghiera mariana meditando sul Vangelo odierno (Gv 6,24-35), in cui Gesù, dopo il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, vede vistosamente crescere il numero dei suoi seguaci.

Le persone che hanno mangiato il pane da Lui distribuito, però, hanno solo “placato la loro fame” e hanno “dato più valore a quel pane che al suo donatore”, senza comprendere che si trattava dell’“espressione dell’amore di Gesù stesso”.

Eppure, ha osservato il Pontefice, “ Dio stesso è il dono e anche il donatore” ed invita chi lo incontra “ad aprirsi ad una prospettiva che non è soltanto quella delle preoccupazioni quotidiane del mangiare, del vestire, del successo, della carriera”.

Gesù vuole quindi farci capire che “oltre alla fame fisica l’uomo porta in sé un’altra fame”, che tutti hanno e che è la “fame più importante”, la fame di “vita” e di “eternità” che “Lui solo può appagare”, in quanto “pane di vita” (v.35).

Gesù non elimina la preoccupazione per il “cibo quotidiano”, né per “tutto ciò che può rendere la vita più progredita”; ci ricorda, però, che “il vero significato del nostro esistere terreno sta alla fine, nell’eternità, sta nell’incontro con Lui, che è dono e donatore” e ci invita anche a vivere le nostre “sofferenze” e “gioie” in un “orizzonte di eternità”, cioè nell’“orizzonte dell’incontro definitivo con Lui”.

Tutte le “sofferenze” e “preoccupazioni” del quotidiano, avranno un altro significato se saranno “illuminate dalla speranza di questo incontro”, che si sostanzia nell’Eucaristia, “il dono più grande che sazia l’anima e il corpo”.

Dopo la recita della preghiera mariana, il Papa ha fatto riferimento all’odierna festa del Perdono di Assisi, da lui indicato come “un forte richiamo ad avvicinarsi al Signore nel Sacramento della Misericordia e anche nel ricevere la Comunione”.

“C’è gente che ha paura di avvicinarsi alla Confessione, dimenticando che là non incontriamo un giudice severo, ma il Padre immensamente misericordioso”, ha sottolineato Francesco.

La vergogna che si prova nell’accostarsi al confessionale è un fatto comune e normale, tuttavia, “dobbiamo ricordare che anche questa vergogna è una grazia che ci prepara all’abbraccio del Padre, che sempre perdona e sempre perdona tutto”, ha poi concluso il Pontefice.

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