cardinali entrata“La misericordia è dottrina. È il cuore della dottrina cristiana. Solamente una mentalità ristretta può difendere il legalismo e immaginare misericordia e dottrina come due cose distinte”. Lo afferma il cardinale Georges Cottier, teologo della Casa Pontificia dal 1989 al 2005, in una lunga intervista del direttore di Civiltà Cattolica, Antonio Spadaro, pubblicata sull’ultimo numero della rivista dei gesuiti. Il porporato, ricordando l’istituzione della Domenica della Divina Misericordia da parte di San Giovanni Paolo II, sottolinea che la Chiesa “ai nostri giorni, ha compreso che nessuno, qualunque sia la sua posizione, può essere lasciato solo. Dobbiamo accompagnare le persone, giusti e peccatori”. Il cardinale insiste che lo Spirito Santo “ha indotto la Chiesa a prendere sempre più coscienza della sua missione prioritaria di annunciare al mondo la forza sovrana della divina misericordia”. Quest’ultima, aggiunge, deve “segnare con il suo sigillo tutte le iniziative pastorali della Chiesa. È necessario che questo messaggio raggiunga proprio tutti”. D’altro canto, il cardinale Cottier precisa che la misericordia che la Chiesa “ha la missione di far incontrare è la misericordia divina”, “non è quindi solamente una specie di empatia nei confronti della sofferenza umana”.

 

Per il cardinale “le iniziative di misericordia, assunte a favore di coloro che vivono in situazioni dolorose, apparentemente senza via di uscita, debbono, con la compassione e il sollievo, aiutare il sofferente ad aprire il suo cuore alla fiducia nel Padre della misericordia”. Il cardinale Cottier offre una riflessione sul prossimo atteso Sinodo sulla famiglia, auspicando una pastorale nuova “che risponda alla gravità della crisi” perché “la pratica attuale è divenuta insufficiente”. Il porporato riflette anche sulle famiglie ferite, sui “divorziati risposati”, sui figli “vittime del divorzio dei genitori”. Sul piano della pastorale, sottolinea, “si devono rispettare le coordinate esistenziali della vita spirituale delle persone. Nel rigorismo è insita una brutalità che è contraria alla delicatezza con cui Dio guida ogni persona”. Secondo il porporato, “non vi è dubbio che l’Anno della Misericordia illuminerà i lavori del Sinodo 2015 e ne impronterà lo stile”. “Sempre e comunque, qualunque giudizio si esprima – ribadisce – esso deve essere presentato e spiegato in un linguaggio che faccia intendere chiaramente la sollecitudine materna della Chiesa”. Papa Francesco, conclude, “insiste sulla bellezza e la gioia della vita cristiana che la Chiesa deve presentare. Attraverso la voce dei suoi pastori la Chiesa deve sempre lasciare intendere di essere guidata dalle esigenze della misericordia divina”.

 

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1 commento

  • previte
    07/08/2015 alle 05:09

    E' molto importante che nel prossimo Sinodo dei Vescovi sulla Famiglia, lo stesso non dimentichi le periferie dove sono costanti le infermità del mondo della sofferenza, del dolore e della disabilità, necessità disconosciute da troppi .

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