Da Zenit

Papa Francesco ha partecipato oggi pomeriggio all’incontro sui cambiamenti climatici e sulle nuove schiavitù, durante il quale ha tenuto un discorso a più di sessanta sindaci, provenienti da diverse parti del mondo. Durante il discorso, pronunciato in spagnolo, sono state analizzate le due principali emergenze trattate durante la giornata.

La cultura della cura dell’ambiente, non è solo un atteggiamento da “verdi”, ha detto il Papa, è qualcosa di “molto di più”. Francesco ha quindi ricordato che nell’enciclica Laudato si’ si spiega che “non può separare l’uomo del creato”.

Il Pontefice ha sottolineato “l’effetto boomerang che va a danno dell’uomo, quando l’ambiente viene abusato”. Ha poi precisato che la sua non è un’enciclica “verde” ma sociale, proprio perché la cura dell’ambiente è “un atteggiamento sociale”.

Quanto all’incontro in corso in Vaticano, Francesco ha definito una buona idea quella di invitare i sindaci, poiché, “una delle cose che più si notano quando l’ambiente non è curato, è la crescita smisurata delle città. Si tratta di un fenomeno mondiale”. Ha quindi spiegato che “è come quando le città diventano grandi ma con sacche di povertà e miseria sempre più grandi”.

La gente soffre per gli effetti del degrado ambientale, ha aggiunto, “e in questo senso è coinvolto il fenomeno migratorio. Perché la gente viene nelle grandi città?”, si è domandato il Pontefice. “Perché il mondo rurale non offre più opportunità”.

Di seguito Bergoglio ha menzionato un punto dell’enciclica che denuncia, con molta precisione, l’idolatria della tecnocrazia. Qualcosa che “spoglia del lavoro, porta alla disoccupazione”, ha ammonito Francesco, denunciando in particolare la disoccupazione giovanile che affligge molti paesi europei, domandandosi quale futuro venga offerto a questi giovani.

Ha messo poi in guardia dal rischio di cadere nella dipendenza e nella noia, nell’incapacità di dare un senso alla propria vita, nel suicidio, nel coinvolgimento in organizzazioni di guerriglia che offrono un ideale di vita.

Un’altra denuncia del Santo Padre ha riguardato la quantità di “malattie rare” che si diffondono a causa dell’eccessiva modernizzazione”. Il Papa ha poi messo in guardia contro la desertificazione e la deforestazione di alcune aree del pianeta. Tutti questi fenomeni confluiscono nel “lavoro nero”. Il non sufficiente guadagno per poter vivere, può provocare attitudini delinquenziali, ha sottolineato. Ha questo proposito, il Pontefice ha condannato la pratica schiavistica e la prostituzione come una “fonte di lavoro per sopravvivere”.

Di seguito, il Papa ha espresso la speranza che al Vertice di Parigi sul clima, in programma alla fine di quest’anno, “si ottenga qualche accordo fondamentale: le Nazioni Unite, ha aggiunto, devono interessarsi a tale fenomeno.

Il Santo Padre ha quindi individuato due forme di ignoranza. In primo luogo, c’è “l’ignoranza che Dio ci ha dato per trasformarla in cultura”; la seconda si verifica “quando l’uomo non rispetta il rapporto con la Terra”. A mo’ di esempio, ha parlato dell’energia atomica: “è buona, può essere d’aiuto”, ha osservato, tuttavia, vi è un risvolto negativo di quest’energia, come si è visto con “Hiroshima e Nagasaki”.

A conclusione del suo discorso, il Santo Padre ha ricordato agli uditori la responsabilità che essi hanno nel combattere la tratta delle persone e nel proteggere l’ambiente. “Il lavoro più serio e profondo si compie andando dalla periferia verso il centro”, ha spiegato. Vale a dire, “da voi verso la coscienza dell’umanità”.

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