PoveriDi Gigliola Alfaro

Vent’anni spesi a fianco degli ultimi. Il centro di accoglienza “Binario della Solidarietà”, una delle opere segno della Chiesa di Napoli, compie vent’anni. L’iniziativa, spiega don Enzo Cozzolino, direttore della Caritas diocesana di Napoli, “è nata grazie all’intuizione profetica di don Elvio Damoli di accogliere i nostri fratelli senza dimora, gli immigrati, le donne sole, le prostitute tolte dalla strada, senza limitarsi a dare semplicemente cibo”. Non una semplice mensa, dunque: il “Binario della Solidarietà” si caratterizza per essere “un luogo di incontro, non solo per chi vive un momento di difficoltà e ad esso chiede accoglienza, ma anche per quanti vogliono mettersi in gioco e vivere un’esperienza di solidarietà responsabile, continuativa e gratuita, secondo il ‘metodo’ della Caritas che è quella di accogliere, accompagnare, sostenere e condividere”. Sono tanti, infatti, i volontari che animano il centro, provenienti dalle parrocchie e dall’Associazione ferrovieri in pensione (Afepat). È presente anche un’équipe di medici e psicologi.

Rimettersi al passo. Inizialmente posto all’interno della stazione di Napoli, oggi il Binario della Solidarietà si trova nel Centro direzionale di Napoli, in via Taddeo da Sessa, 93, in un luogo donato dalla Ferrovia. “Quando è sorto era gestito dalla Caritas e dalla Fondazione Leone, ora semplicemente dalla Caritas diocesana”, rammenta il direttore. Il progetto vuole manifestare vicinanza agli ultimi scommettendo sulla possibilità di farli rimettere in carreggiata: “Grazie a un’équipe di sostegno, aiutiamo chi si rivolge a noi non solo materialmente, con un pasto e una doccia calda, ma anche con un’attività di ascolto e nell’orientamento e nella ricerca di un nuovo impiego. Con coloro che vengono e che noi consideriamo nostri amici si crea una relazione. Il nostro programma, infatti, è il Vangelo”. Proprio perché si punta sulle persone, la Caritas diocesana non tiene una contabilità di quanti sono stati aiutati in questo ventennio. “Purtroppo, negli ultimi anni, lo scenario delle povertà è profondamente cambiato a causa della crisi. Se il fenomeno è diffuso dappertutto, a Napoli il problema è triplicato – sostiene don Cozzolino -: i poveri sono persone come noi, rimaste senza lavoro, casa, famiglia, punti di riferimento significativi. Si tratta di giovani, persone sole con redditi irrisori, padri separati, donne abusate, migranti, tutti soggetti anche di livello culturale elevato, che prima della crisi vivevano in modo dignitoso”. In “una società come la nostra che corre”, lo sforzo degli operatori del “Binario della Solidarietà” è “cercare di permettere agli ultimi di mettersi al passo con gli altri per non restare indietro e potersi reintegrare”.

Formazione per gruppi. Nella sua “funzione pedagogica e consapevole dell’importanza di un aiuto attento, metodologico e formativo”, il centro ospita incontri cui partecipano studenti e seminaristi, gruppi scout, oratoriali e associazioni. Si tratta di momenti in-formativi nei quali si alternano servizio e riflessione, conoscenza e condivisione, con la presenza e il supporto dei responsabili, degli operatori, dei volontari delle parrocchie e dell’Afepat e degli ospiti del centro. “Tali momenti – chiarisce il direttore della Caritas – hanno avuto l’obiettivo di rivolgersi ai giovani, quali interlocutori privilegiati, per stimolarli a riflettere sulla realtà che li circonda, a una maggiore consapevolezza di ideali e valori propri e sensibilizzarli a una cultura della solidarietà che li faccia promotori e testimoni di giustizia e di prossimità”. Tra i gruppi che hanno partecipato a questi momenti gli studenti di scienze sociali della North Carolina University, 120 giovani delle parrocchie di Bergamo, il liceo Leonardo Majorana di Pordenone, scuole di Napoli. Presso il “Binario”, poi, possono svolgere il tirocinio universitario laureandi in psicologia.

Risposte adeguate ai bisogni nuovi. Di fronte ai cambiamenti nasce la necessità di risposte, atteggiamenti, relazioni e strumenti educativi sempre più adeguati ai nuovi bisogni di cui gli ospiti sono portatori. Oltre ad organizzare una serie di laboratori, la Caritas di Napoli ha pensato a “un percorso di formazione che si realizzerà nel Binario all’inizio del prossimo anno pastorale, finalizzato a definire ed esaltare l’identità del volontariato caritativo, a favorire uno scambio di esperienze e strumenti di animazione, ad arricchire le conoscenze operative attraverso il confronto con esperti. Non basta più offrire solo un sorriso, ma creare relazioni”, dice don Cozzolino, che ha rivolto ai parroci un appello perché sensibilizzino e segnalino nuovi volontari, per animare e rendere sempre più accogliente il servizio offerto dal “Binario”, struttura che è aperta sempre, 365 giorni l’anno.

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