ConiglioIl serpente ha già tra le fauci un cucciolo. A breve gli altri batuffoli pelosi, paralizzati dal terrore, seguiranno la stessa sorte: lanugini inermi che sembrano piccoli peluche. Quando sembra che l’ineluttabile stia per compiersi e ogni speranza sia vana, nell’inquadratura irrompe una furia vendicatrice che a morsi, salti e strattoni furiosi mette in fuga l’aggressore che perde ogni baldanza e cerca rifugio oltre il muretto. Ma anche lì non ha scampo, aggredito e malmenato batte in ritirata prima di conseguenze peggiori. Chissà quanto ci avrà pensato mamma coniglio prima di decidersi a intervenire? Avrà guardato da lontano, tremando, finché la visione si è fatta intollerabile? Oppure era fuori a cercare da mangiare e rientrando ha trovato l’invasore che le divorava i figli? Il video che riprende questa scena straordinaria è da giorni sulle pagine dei principali quotidiani online contando migliaia di visualizzazioni. Una scena semplice eppure intensa.
Non si può non rabbrividire quando il serpente predomina e non si può non esultare quando arriva il giusto castigo, soprattutto perché giunge da chi non ci saremmo mai aspettato: un coniglio. I documentari riescono in qualche occasione a mostrarci scene in cui animali palesemente in inferiorità fisica o numerica riescono a ribellarsi con successo all’aggressore, ma un coniglio contro un serpente, quando mai?
Nell’immaginario collettivo e nell’esperienza pratica se c’è un animale considerato unanimemente tanto tenero quanto fifone è proprio il coniglio. Tant’è che una delle trasmissioni Rai in radio più belle e fortunate in questi anni è quella dall’azzeccatissimo titolo “il ruggito del coniglio”. Cosa c’è di più comico dell’immaginare un coniglio che ruggisce? Chi può credere che un coniglio possa avere coraggio, responsabilità, carattere? Quando si sono creati conigli letterari con queste caratteristiche come in “La collina dei conigli” o in “Peter Coniglio”, i protagonisti sono descritti nel loro ambiente naturale o in luoghi di fantasia, ma sono antropomorfizzati per attribuire loro vizi e virtù che si ritiene non possano avere per natura. E il Bianconiglio di Alice? Un vecchietto nervoso e sempre di corsa che grida soltanto: è tardi! Ma se lo si segue si finirà nei guai.
Le apparenze ingannano, si dirà, ma la vera discriminante qui è la maternità. Sì perché il coniglio coraggioso del filmato, cui i bambini che non si vedono ma che si sentono in sottofondo, tributano un tifo da stadio riconoscendo la vittoria straordinaria del debole contro l’oppressore, è una mamma. È un umile coniglio a confermare quel che ciascuno constata se non direttamente almeno per vicinanza: è l’istinto materno che trasforma ogni donna in leonessa, è all’arrivo di un figlio che si scoprono energie inaspettate e forza inattesa, è l’idea di proteggere quello che è parte di sé che fa ruggire persino i conigli. La forza dell’amore senza riserve e senza paura. Del resto il coraggio ha etimologia da cor habeo, composta da cor, cordis cuore e dal verbo habere avere: ho cuore. E chi ha più cuore della Madre che schiaccia il serpente con un lieve sorriso?
Il messaggio di questo video non è solo una lezione sul coraggio, ma ci conforta con l’effetto di una ninna nanna antica, della filastrocca d’infanzia che ricordano cose semplici e vere. Non temere piccolino, la tua mamma c’è e ti proteggerà sempre, contro mostri spaventosi e insidie e malvagità; riposa sereno, la mamma veglia su di te e non ti abbandona, non ha paura di sacrificare la sua vita per te se necessario.
Una mamma è come un albero grande che tutti i suoi frutti ti dà. Ci voleva una coniglietta coraggiosa per ricordarcelo.

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