Don Bosco“Il metodo di don Bosco non è archiviato, da museo, non è datato, ma si rinnova continuamente, e si rivela adatto per tutti i giovani del mondo intero, di tutte le razze, lingue e religioni”. A dirlo è suor Rosetta Calì, educatrice, della congregazione delle Suore di Maria Ausiliatrice, intervenuta ieri a Cosenza nei locali del Seminario “Redemptoris Custos” in occasione del GrestInFest, un raduno degli oratori diocesani nel quale è stata approfondita la figura di San Giovanni Bosco a duecento anni dalla sua nascita. Per la salesiana, autrice di diverse pubblicazioni in ambito educativo, don Bosco “ha un fascino intramontabile” e “il suo carisma lo rende una figura non solo italiana ed europea, ma del mondo, un personaggio della Chiesa perché incarna in se stesso e nel suo carisma quelle che dovrebbero essere le categorie fondanti dell’educatore”. Tra i meriti di don Bosco, per suor Calì, quello di “aver tenuto conto dei problemi che man mano si presentavano nella vita dei giovani. Non si è irrigidito su determinate posizioni, ma è stato sempre aperto al nuovo. E questo insegna ancora oggi a noi, di aprirci a quelle che sono le novità pur non trascurando la fedeltà ai valori fondamentali, per una formazione integrale della personalità fino all’incontro con Dio”.

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