maturita2015pdi Marco Testi

Resistenza, diritto all’educazione, le nuove tecnologie nella vita quotidiana: sono i tre nuclei delle prove di maturità 2015. Rappresentano la sostanza che alimenta la superficie dei nomi, come quello di Calvino, che, tranne eccezioni, non è mai a portata di programmi di quinta. Perché dietro quel Calvino giovane, il Calvino de “Il sentiero dei nidi di ragno” c’è il ricordo della resistenza e di un’educazione non scolastica, fatta di osterie, di racconti adulti che intrecciano sesso e politica. E di Resistenza parla l’omaggio a Dardano Fenulli, nel tema di argomento storico: un alto ufficiale, che dette prova del suo coraggio nella Grande Guerra e che, durante il secondo conflitto mondiale, passò alla resistenza contro i tedeschi, pagando con la vita, alle Fosse Ardeatine, questa scelta. Quell’auspicio, espresso nel suo testamento spirituale, di contribuire a fondare con il proprio estremo sacrificio un’Italia “ricca senza corruttela” fa venire i brividi, oggi.
Bisogna dire che il tema della tipologia B, quella del saggio breve o dell’articolo di giornale, è intrigante: se lo studente è stato ben guidato, il rapporto letteratura-vita non dovrebbe essere di eccessiva difficoltà: il libro Galeotto di Paolo e Francesca in Dante, il linguaggio che è parte integrante della vita e non un valore aggiunto, come giustamente nota il Borges qui citato, la capacità di approfondire e arricchire la vita del linguaggio e dell’arte in altre citazioni, rendono abbastanza scorrevole il cammino di chi sceglierà questa prova; anche perché le immagini di van Gogh, Matisse, Hopper dicono molto e aiutano l’immaginario dei giovani.
Anche il tema di ambito socio-economico rientra in questa possibilità di mettere in relazione cultura e vita, soprattutto laddove Martha C. Nussbaum invita a non abdicare all’umanesimo e all’arte in nome di un profitto che nasconde calcolo bruto e una ideologia materialistica che, aggiungiamo noi, molto ha in comune con certo darwinismo.
La traccia di ambito storico-politico rispolvera ricordi di geografia fisica e antropica, che si studia nei primi due anni delle superiori, ma si inoltra anche nei meandri della cronaca e della politica odierne, con il suo riferimento alle potenzialità di contatto -ma anche di crisi- racchiuse dal Mediterraneo.
Se letteratura e vita rappresentano il fondamento dell’ambito storico-letterario, nuove comunicazioni e vita potrebbero essere il nucleo portante dell’argomento tecnico-scientifico in cui si evidenzia l’avvenuta omologazione di esterno-interno, lavoro e vita privata, con la sostanziale egemonia del cellulare in ogni manifestazione umana, diurna e notturna.
L’educazione come vita è il motivo anche del tema di ordine generale, a partire dalla citazione di Malala Yousafzai, premio Nobel per la pace nel 2014 che ha pagato in prima persona la fede nella capacità di redenzione posseduta dalla cultura e prima ancora dall’educazione: come si sa fu oggetto di un attentato da parte dei talebani che la ferirono gravemente poiché la consideravano il simbolo della libertà di scelta della donna.
Come si sarà potuto constatare, quest’anno si è privilegiata la coesione: le tracce hanno punti di riferimento comuni, i temi sembrano tutto sommato alla portata di tutti. I punti deboli sono, d’altra parte, la scelta di uno scrittore certamente importante come Italo Calvino, fuori però dalle cronologie dei programmi, che, dovendo spesso ripartire dalla seconda metà dell’Ottocento, fanno fatica ad arrivare all’ermetismo o al neo-realismo. Alcuni documenti, come quello allegato al tema di ambito socio-economico (Ignazio Visco e la raccomandazione del Parlamento europeo) sono troppo generalizzanti e fumosi e non contribuiscono molto a centrare un argomento vasto e dalle mille sfaccettature come quello del rapporto tra istruzione, competenze, innovazioni e cittadino. Ma, tutto sommato, temi vivibili e, cosa più importante, in grado di trasmettere tranquillità a chi è davanti ad una delle prime ma innumerevoli prove della vita.

 

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