Per il 40% dei giovani romani l‘offerta sportiva risulta troppo costosa. Lo sport, dunque, a Roma non è accessibile a tutti se non con grandi sacrifici economici. Tra i fattori determinati per chi invece accede alla pratica sportiva risultano un alto reddito familiare (32,8%) e la vicinanza degli impianti (84%). Questo il dato emerso dal progetto “Impariamo a stare bene. Screening sugli stili di vita e capacità motorie nella scuola” realizzato dall‘ Us Acli Roma, Asdrc La Biglia e l‘Università degli studi di Roma di Tor Vergata su un campione di 400 ragazzi delle scuole medie inferiori dell‘Istituto comprensivo Salvatore Pincherle. L‘indagine è anche il frutto dei dati raccolti dai questionari a 51 medici dell‘Unione nazionale pediatri di Roma e provincia, e a 148 genitori dei ragazzi coinvolti.

“Dall‘indagine – dichiara Andrea Basadonne, presidente Asdrc La Biglia – è emerso chiaramente come l‘elevato costo dell‘attività sportiva condizioni le famiglie”, e questo “crea una discriminazione sociale nella nostra città”. Per Luca Serangeli, presidente Us Acli Roma, “a volte basta un pallone per evitare che i ragazzi passino il loro tempo tutto il giorno davanti ai videogames” o “si avvicinino alle droghe e all‘alcol”. Per questo “è fondamentale che istituzioni, mondo dell‘associazionismo e famiglie dialoghino e collaborino per rendere lo sport veramente accessibile a tutti nella nostra città”.

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