di Giuseppe Mariucci (Bibliografia: Pastori, Crocetti, Peretti, Cicconi, Ferracuti)

MONTELPARO – Il convento, con l’annessa Chiesa Di S.Agostino, a Montelparo fu iniziato a costruire, a occidente dell’abitato, dai Padri Agostiniani nel 1686 su disegno del Cav. Vittorio Onofri da San Ginesio. Le notizie di un insediamento agostiniano in Montelparo, alquanto incerte, risalgono al 1259 (Cicconi). Chiesa e Convento Agostiniano erano situati nella zona alta del paese (a fianco della chiesa di S. Michele Arcangelo). Essi però erano interessati da un movimento franoso che iniziò ad intaccare le fondamenta. E’ per questo che, gli agostiniani, già nel 1686, iniziarono a costruire il nuovo convento di cui sopra. Alla frana, poi, si aggiunse un violento terremoto che, nel 1703, rase completamente al suolo tutto il complesso ecclesiale. I lavori, iniziati sulle fondamenta della vecchia chiesa di San Tommaso di Villanova (Pastori 1792, Crocetti 1990) e su progetto dell’Architetto Lucio Bonomi di Ripatransone (1669-1739), si protrassero fino al 1740, ma la sua consacrazione avvenne nel 1730 sotto il Priorato di Fra’ Giacinto Pentelli, come rammenta una scritta del 1730 sul portale. Al complesso ecclesiale e conventuale si accede tramite una maestosa scalinata che prende quota da Largo Marconi e dalla cui sommità si può avere una splendida vista su tutta la catena dei Monti Sibillini!
A seguito delle soppressioni degli ordini religiosi a Montelparo, la struttura di Sant’Agostino (convento, chiesa, arredi ed arte sacra) entrò a far parte, nel 1861, delle proprietà comunali con l’obbligo di tenere la Chiesa aperta al culto.

La chiesa di S.Agostino presenta una imponente facciata dalle linee semplici e classicheggianti, con impianto a croce latina. All’interno, di particolare bellezza, è la bussola che protegge l’ingresso, sopra la quale è collocata la cantoria con il prezioso e funzionante (è stato restaurato appena qualche anno fa) organo a canne del Cioccolani (1855-1856). L’altare maggiore di S. Agostino, assieme alla balaustra, fu ricostruito nel 1803 da Girolamo Giulietti. Dietro all’altare maggiore si è conservato un artistico coro lavorato, in legno di noce, datato 1750. Tutta la Chiesa è piena di apparati decorativi e dipinti su tela di grande pregio. Una curiosità è senza dubbio la presenza di due “PULPITI IN LEGNO che si fronteggiano al centro della Chiesa! Essi ricordano l’usanza delle predicazioni dialogate, delle Sacre Missioni del Popolo, in cui il Dotto doveva rispondere alle obiezioni dell’ignorante”. (Crocetti 1990-Letizia Ferracuti 2015)
L’opera più curiosa, però, che fa parte di questo bellissimo complesso è, senza dubbio, la “Stella Di Natale”. Essa, illuminata da 162 lumini a olio, nella notte di Natale, appena il Priore intona il “Gloria” e dopo che tutte le luci della chiesa si spengono facendo piombare la stessa nel buio più assoluto, sbuca da dietro all’altare maggiore andando a rischiarare i volti delle persone proiettati verso il cielo: grande emozione e incredulità tutto ciò suscita in quell’istante nei fedeli! Quest’usanza rende la Notte di Natale ancora più mistica e magica! La stessa cosa si ripete nel pomeriggio dell’Epifania, quando la Stella s’innalza di nuovo, ma questa volta con l’aggiunta di una coda illuminata sempre da lumini ad olio. La Stella viene innalzata ancora oggi grazie ad un ingegnoso sistema di corde ed argani ideato proprio oltre trecento anni fa! La storia vuole, infatti, che, questa rarità assoluta, sia nata con il Convento Agostiniano. C’è tanta gente che, oramai, viene a Montelparo, nella notte di Natale, solo per vedere questo evento: è il segno che questa particolare usanza ha incominciato a fare curiosità!
Ai giorni nostri il complesso di Sant’Agostino ospita, nel convento, un modernissimo Ostello Per La Gioventù. E’ sede di musei, di Associazioni e di sale didattiche. Le sue gigantesche cantine sono oggi sede di ristorante, d’importanti convegni di studi, eventi culturali (presentazione libri, concerti ecc.) e di feste di ogni genere (come matrimoni, compleanni ecc.): il famoso Cantinone! Mentre al piano terra insiste un locale che, dopo essere stato sede per anni di un circolo dopolavoristico, oggi è un frequentato e originale Bar. Nel bellissimo Chiostro, poi, si svolge, tra fine luglio e agosto di ogni anno, e oramai da decenni, uno dei più importanti Festival Di Teatro Dialettale Delle Marche. E qui si possono seguire anche concerti e rievocazioni che spesso vi sono organizzati!
Questo dopo che, per tantissimi anni, ha visto ospitare, nelle sue numerosissime stanze, molte famiglie montelparesi (che qui si stabilirono per l’impossibilità di avere altre dimore), per non parlare di quante generazioni qui si sono formate negli studi. Qui infatti c’erano aule delle scuole elementari e quindi (dagli anni 1960) delle scuole medie e le loro mense. E non dimentichiamo che, sempre qui, c’erano gli uffici comunali prima che prendessero sede definitiva nel palazzo che li ospitano ora. E in questi monumentali corridoi, che videro anche la sede dell’indimenticabile “Cinema Parrocchiale” fino alla fine degli anni 1950, ebbe inizio la leggenda del “Baccalà di Sant’Antonio Abate” (oggi frequentata da migliaia di persone). Questa vuole che la festa (17 gennaio di ogni anno) abbia avuto origini proprio negli anni in cui (1703) i Frati Agostiniani, per ringraziare la popolazione montelparese dell’aiuto incondizionato dato nella ricostruzione del complesso, offrirono un lautissimo pranzo a base di Baccalà (probabilmente il pasto meno costoso per l’epoca)!

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1 commento

  • alfredo
    11/06/2015 alle 14:24

    Bravo Peppino, mi hai fatto rivivere la mia fanciullezza con la stella, l'organo suonato dal grande maestro scomparso di recente, le prime pagnottelle con il baccalà, il cinema, ... e via tanti altri episodi. Grazie

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