AngelusDa Zenit di Luca Marcolivio

La solennità del Corpus Domini e la visita pastorale di ieri a Sarajevo sono stati i principali temi affrontati da papa Francesco nell’Angelus di oggi. Affacciandosi alla finestra dello studio al Palazzo Apostolico Vaticano, il Pontefice ha parlato della liturgia odierna come una realizzazione di quanto predetto dal Signore prima della sua morte redentrice in Croce.

Trasformando il pane nel Suo Corpo, Gesù ci dona non più “semplice nutrimento fisico”, ma rende “presente la sua Persona in mezzo alla comunità dei credenti”, donando loro la vita eterna (cfr. Gv 6,51.56).

“L’Ultima Cena – ha spiegato il Santo Padre – rappresenta il punto di arrivo di tutta la vita di Cristo. Non è soltanto anticipazione del suo sacrificio che si compirà sulla croce, ma anche sintesi di un’esistenza offerta per la salvezza dell’intera umanità”.

Non basta, ha aggiunto il Papa, affermare la presenza di Gesù nell’Eucaristia, ma “occorre vedere in essa la presenza di una vita donata e prendervi parte”, entrando in comunione con Lui e realizzandola tra di noi, trasformando  “la nostra vita in dono, soprattutto ai più poveri”.

La solennità del Corpus Domini è anche un “invito alla conversione e al servizio, all’amore e al perdono” e a “diventare, con la vita, imitatori di ciò che celebriamo nella liturgia”.

Il Cristo che nutre l’uomo nell’Eucaristia “è lo stesso che ci viene incontro negli avvenimenti quotidiani; è nel povero che tende la mano, è nel sofferente che implora aiuto, è nel fratello che domanda la nostra disponibilità e aspetta la nostra accoglienza. È nel bambino che non sa niente di Gesù, della salvezza, che non ha la fede. È in ogni essere umano, anche il più piccolo e indifeso”, ha proseguito Francesco.

L’Eucaristia è tuttavia anche una “scuola di carità e di solidarietà” e ci aiuta a non restare indifferenti “a quanti non hanno pane quotidiano”, problema “sempre più grave” e attuale.

Dopo la recita della preghiera mariana, il Santo Padre ha raccontato le sue impressioni del suo viaggio a Sarajevo, traendone un primo bilancio. Sottolineando il “bel processo di riconciliazione” che ha coinvolto la “Gerusalemme d’Europa”, Bergoglio ha ribadito lo scopo della sua visita: “incoraggiare questo cammino di convivenza pacifica tra popolazioni diverse; un cammino faticoso, difficile, ma possibile!”.

Ringraziando nuovamente le autorità bosniache civili e religiose  che lo hanno accolto, papa Francesco ha detto di aver apprezzato in modo particolare “l’impegno di collaborazione e di solidarietà tra queste persone che appartengono a religioni diverse, spronando tutti a portare avanti l’opera di ricostruzione spirituale e morale della società”.

Accennando alla Giornata Mondiale contro il lavoro minorile, che si celebra venerdì prossimo, il Pontefice ha infine ricordato: “Tanti bambini nel mondo non hanno la libertà di giocare, di andare a scuola, e finiscono per essere sfruttati come manodopera”. Ha quindi auspicato “l’impegno sollecito e costante della Comunità internazionale per la promozione del riconoscimento fattivo dei diritti dell’infanzia”.

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