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“Musica e Fede” A tu per tu con Emilia Ranalli

Oggi ho intervistato Emilia, cantante degli “EMILIA & L’AMANDAMARA”.

Leggi le precedenti interviste:
– TEMAPERNONA: Alessandro, David, Gianluigi e Antonio
– Matteo Pagnoni
– David e Mattia del duo Progettoparallelo
– RannLA
– “I Varie età”
“One More Time”

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Ecco cosa mi ha raccontato..

Quando è nata la vostra passione per la musica? Come quando e perché è nata la band?
Da piccola ballavo e cantavo spesso e volentieri, spontaneamente, tanto che a 5 anni mi hanno iscritta a un concorso canoro  per  bambini. Con i miei cantavamo in macchina,a casa, ogni occasione era buona. La musica faceva parte della nostra vita, così quando mio fratello ha imparato, da autodidatta, a suonare la chitarra sono finite le liti da bambini e iniziati dei lunghissimi pomeriggi e serate in cui suonavamo di tutto. Abbiamo iniziato da lì, era il 97 se ricordo bene.Un paio di anni dopo il nostro garage era diventato una frequentatissima sala prove Con l’arrivo di Fabrizio (come chitarrista), siamo diventati un gruppo rock da 5 elementi che è durato fino al 2013.Poi ci siamo ristretti, e da Emilia e l’Amandamara siamo diventati Amandacustica con Fabrizio Gaspari al cajon e Luca Ranalli alla chitarra ed  io ( incapace di suonare)  sono la voce.

Il ricordo più bello e quello più brutto legato al gruppo?
Non saprei dire il momento più bello, ce ne sono stati tanti in 16 anni: è comunque sempre  bello continuare a suonare, ci deliziamo con  quello che questa passione ci regala, serata dopo serata. La soddisfazione più grande sicuramente è stata sentire personalmente, da Massimo Zamboni, che aveva intenzione di proporre a Nada il nostro Mashup Curami (cccp) Amore disperato(Nada) da rifare in live. Il momento più brutto ?quando il batterista che era con noi da dieci anni ha lasciato il gruppo: avevamo un rapporto fraterno, siamo cresciuti insieme. Purtroppo, in un periodo in cui avevamo parecchie serate, la situazione è esplosa e così anche noi. Alla fine ci siamo arrangiati, ma lì è morto qualcosa; abbiamo dovuto reinventarci e , contemporaneamente,affrontare la perdita di un’amicizia… è stata dura.

Cosa ne pensi del panorama musicale italiano attuale?
Purtroppo la mancanza di cultura porta al successo musica preconfezionata e scontata, il panorama musicale italiano attuale non mi appartiene, anche se amo i cantautori italiani del passato oppure gruppi indie e alternativi sconosciuti all’italiano medio, Marlene Kuntz, ministri, tre allegri ragazzi morti, Marta sui tubi, ma anche altri, ce ne sono tanti che non riempiono gli stadi anche se lo meriterebbero.

Progetti per il futuro?
Suoniamo per passione, facciamo cover di pezzi che amiamo reinterpretati in chiave acustica, ci piace, ma -impegni di vita permettendo- vorremmo scrivere e fare di nuovo qualche inedito, è il nostro sogno , speriamo di trovare il tempo.

E  per finire.. il tuo rapporto con la fede?
Non posso dire di essere attualmente praticante, ma la chiesa ha avuto un ruolo importante nella mia crescita anche dal punto di vista musicale . Facevo parte del coro e vengo da una parrocchia dove hanno sempre promosso la musica emergente con il music hope, rassegna di musica live in memoria del compianto don Mauro Bartolini. Credo che la chiesa abbia un ruolo sociale importante in particolare per i giovani, spero che sappia allinearsi ai linguaggi delle nuove generazioni.