Galantino“Gesù Cristo è il volto della misericordia del Padre. E in Gesù il Padre realizza l’incontro con altri volti”.
Lo ha affermato monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, iniziando il suo intervento al convegno internazionale “L’Amore che salva – dal Volto del Sofferente ai volti della sofferenza” in corso a Torino. Citando la bolla d’indizione dell’anno giubilare della misericordia, mons. Galantino ha sottolineato come in essa venga presentata “l’esperienza della misericordia come incontro di volti e di storie, quindi incontro di persone”. “Abbiamo anche noi lo stesso sguardo di Cristo sui volti, sulle sofferenze concrete?”, si è chiesto il segretario generale della Cei. “Compassione, consolazione e misericordia – ha domandato – ci appartengono veramente o evitiamo d’incontrare e di farci incontrare dal volto e dalla storia sofferente dell’altro come hanno fatto il levita e il sacerdote nella parabola del samaritano?”. “È necessario passare da analisi e denunce a risposte che si fanno solidarietà concreta”, ha osservato Galantino, per il quale “la sofferenza non è una malattia da cui guarire ma un’esperienza dalla quale essere liberati”.

Chiamato a presentare “i volti della sofferenza”, mons. Galantino ha quindi parlato del “taglio delle risorse, figlio della cultura dell’efficienza a tutti i costi”. “Non si accetta – ha proseguito – che limite e fragilità facciano parte della nostra storia e che la malattia non è un incidente di percorso”. Il segretario generale della Cei ha poi evidenziato “la disparità nell’accesso alle cure sanitarie nel nostro Paese; nel Sud i volti della sofferenza sono molto più frequenti” anche perché “i presidi sanitari, anche quelli d’ispirazione cristiana, sono concentrati in zone agiate”. Mons. Galantino ha parlato di assistenza domiciliare, di sofferenza psichica, della “emergenza” che colpisce “i giovani per ludopatie e nuove dipendenze, di cui in Italia si stimano 800 mila casi”. Tanti sono i volti sofferenti di chi è colpito dalla “depressione, frutto dell’incapacità di riempire di senso la propria vita”. Galantino ha denunciato “strutture di peccato nel campo della sanità, con abusi e realtà insopportabili”, “luoghi ed esperienze nei quali si palesano peccato e ingiustizia”. Guardando al Convegno ecclesiale di Firenze, “nel quale familiarizzeremo con i tanti umanesimi negati”, mons. Galantino ha infine invitato a “essere mano che accarezza, vicinanza che accompagna” le sofferenze dell’oggi.

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