prelievi goletta verde legambiente 18 giugno 2013L’economia oggi corre più veloce del tempo della natura: non diamo tempo alla natura di riparare i guasti che facciamo. Si pensa che il Pil possa crescere all’infinito, ma è un indicatore molto lontano dalla realtà. Non abbiamo creato progresso ma una terra sempre più inospitale”. E’ drammatica, da un punto di vista scientifico, la situazione del pianeta, così come descritta da Andrea Masullo, docente di economia sostenibile all’Università di Camerino, intervenuto oggi pomeriggio a Campobasso al Forum della comunicazione “L’amore per il creato. Ambiente”, territorio, famiglia” organizzato dall’associazione Greenaccord. “La natura evolve creando biodiversità, con l’obiettivo di migliorare la qualità – ha spiegato -. L’uomo interviene invece prendendo dai cicli naturali ciò che ritiene utile per la sua economia ma non restituisce. Al contrario lascia un danno che la natura non riesce più a risanare”. “Dal 19 agosto al 31 dicembre 2014 – ha ricordato Masullo – abbiamo intaccato il capitale naturale del nostro pianeta. L’anno prossimo sarà ancora inferiore: alle generazioni future lasceremo un pianeta impoverito. Oggi intacchiamo il 30% in più di quanto il pianeta riesce a generare. Stiamo perdendo biodiversità, l’uomo sta provocando la sesta estinzione di massa di molte specie”.

Tra i vari esempi negativi: un cittadino di un Paese industrializzato utilizza almeno 200 volte l’energia biologica necessaria al suo sostentamento; la grande macchia di plastica nel Pacifico, la Pacific trash vortex, è 2500 km di diametro, pari a 3,5 milioni di tonnellate di plastica; in Italia in un anno vengono vendute 6 miliardi di bottiglie di plastica, 5 volte la distanza tra la terra e la luna; la più grande discarica della terra è l’atmosfera, con l’immissione nell’aria di più di 30 miliardi di tonnellate di anidride carbonica. “L’ossessiva crescita di materie prime – ha osservato Masullo – provoca un flusso di materie prime dal sud al nord, in cambio in inquinamento e armi. L’ideologia consumista riempie i supermarket dei Paesi ricchi e svuota i mercati dei Paesi poveri”. La ricetta per una inversione di tendenza è semplice: non mettere al centro il denaro ma l’uomo, essere “né troppo poveri né troppo ricchi, per produrre benessere sostenibile per tutti”. Basta guardare ad alcune realtà virtuose: il Costarica ha le stesse risorse dell’Italia e ha già il 100% di energia da fonti rinnovabili. In Italia, invece, “il solare va avanti sulle sue gambe grazie al Sud – ha detto Masullo -, la geotermia è ferma a Larderello, l’eolico è bloccato da sedicenti ambientalisti, mentre l’Eni devasta l’Appennino e l’Adriatico in cerca di qualche goccia di petrolio”. 

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