migranti“Siete un spaccato stupendo di popolo calabrese che si riflette nel suo antico mare. E la gente di mare sa accogliere tutto ciò che porta il mare e per questo mi sento in profonda sintonia con la gente di Calabria, perché sono stato vescovo di una diocesi di mare, quella di Massa Marittima-Piombino”. Lo ha detto questa mattina il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia, celebrando a Paola la Festa di San Francesco, patrono della Calabria. “Abbiamo benedetto le acque dello splendido Tirreno in ricordo dei tanti marittimi defunti, ma anche in ricordo delle migliaia di immigrati che perdono la vita nell’attraversare il mare in cerca di un futuro migliore e di pace”, ha detto il porporato davanti a più di 5mila fedeli aggiungendo che “Gesù non ci chiede di portare fardelli inutili; ci chiede soltanto di amarlo con semplicità, facendo della carità il motivo della nostra vita, come lo è stato per san Francesco, che passò per questa terra sanando gli infermi e aiutando tutti i bisognosi; denunziando apertamente i soprusi dei potenti, proteggendo i deboli, invocando giustizia per la povera gente. Uomo di straordinario coraggio, che non ebbe paura di alzare la voce anche di fronte al re, sostenendo che ‘il potere va inteso, non come privilegio, bensì come duro esercizio di servizio nell’interesse del popolo’. Amò i figli di questa terra, specie i più poveri e indifesi”. Con il card. Bassetti hanno concelebrato gli arcivescovi di Cosenza-Bisignano monsignor Salvatore Nunnari, presidente della Conferenza episcopale calabra, e di Reggio Calabria-Bova, monsignor Giuseppe Fiorini Morosini oltre al vescovo di Lungro monsignor Donato Oliverio, e il padre generale dei Frati Minimi, Francesco Marinelli. “Il volto della Calabria, di questa gente così numerosa e devota al suo patrono – ha detto padre Marinelli – non è quello che leggiamo sui giornali: violenza e sopraffazione. Se non le denunciamo non saremmo uomini del Vangelo e della Verità fino in fondo. Il volto di questa gente non è negativo, è gente accogliente ed aperta. Non solo il popolo siciliano è tale, anche quello calabrese, dove gli immigrati della speranza trovano accoglienza, perché la gente di Calabria conosce cosa significa andare lontano da casa e per questo sa accogliere avendo nel cuore la fede”.

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