bambiniSembra avere le ore contate la tutela dell’anonimato delle madri che non hanno riconosciuto il proprio figlio al momento del parto dandolo così in adozione, procedura prevista dalla legge 184 del 1983, circa 300 l’anno. Diventerà presto diritto per legge la possibilità per il minore adottato di conoscere le proprie origini biologiche. Sono le due facce di una stessa medaglia, emblema di una questione spinosa e delicatissima che sembra contrapporre i diritti delle madri biologiche e quelli dei figli adottivi.
Nel testo unico in discussione in Commissione Giustizia alla Camera – nato da un pronunciamento della Corte costituzionale del 2013 – la garanzia della segretezza del parto e, quindi, anche il futuro di decine di migliaia di bambini salvati dall’aborto o dall’abbandono, sono messi a rischio dalla previsione che il Tribunale, su richiesta dei figli non riconosciuti alla nascita, si attivi per rintracciarne le madri, senza alcuna rinuncia all’anonimato da parte di queste ultime.
Sempre più numerosi, d’altra parte, i casi di uomini e donne (giovani e meno giovani) alla disperata ricerca dei propri genitori biologici, e non solo per ragioni mediche – come l’eventuale familiarità o ereditarietà di alcune patologie, e quindi la possibile prevenzione – ma per quell’istinto atavico che spinge ognuno di noi a voler conoscere le proprie origini. In Italia è sorto addirittura un comitato nazionale per il diritto alle origini biologiche.
Da un canto, il rischio di riaprire una ferita mai del tutto cicatrizzata, perché l’amore per altri eventuali figli biologici non colma il vuoto lasciato da una creatura portata e cullata in grembo nove mesi, e alla quale poi si decide dolorosamente di rinunciare. La ricerca a distanza di decenni delle madri biologiche potrebbe mettere in pericolo una serenità raggiunta magari a fatica negli anni, con ripercussioni anche su familiari innocenti e del tutto ignari, al tempo stesso minare l’equilibrio della famiglia adottiva, e forse compromettere anche il futuro delle adozioni. Ma di fronte ad un altro vuoto, quello legato al senso di smarrimento e sradicamento, a volte lacerante, di chi non sa da dove viene, appare del tutto legittimo il desiderio di risalire alle proprie origini, mentre non mancano casi di adolescenti e giovani che si mettono a caccia di informazioni su Facebook, e a volte con successo. Bilanciare segretezza e sete di verità è davvero impresa delicata: dietro queste istanze ci sono volti, storie di abbandono, speranze, attese.

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