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I giovani “ritornino al centro dell’attenzione” e “ad essere protagonisti della vita sociale”. Questa l’esortazione di Papa Francesco nel messaggio, a firma del cardinale Pietro Parolin, indirizzato all’Università Cattolica del Sacro Cuore, in occasione della 91° Giornata dedicata all’ateneo sul tema “Giovani, periferie al centro”.

“La Chiesa – scrive il Santo Padre – continua a rivolgere il suo sguardo pieno di premura verso i giovani prolungando così nel nostro tempo quel singolare affetto che Gesù manifestò nei loro confronti”. Questa attenzione della comunità ecclesiale si manifesta specialmente nelle iniziative finalizzate all’educazione e, in particolare, “a garantire un’alta formazione culturale e professionale alla luce degli insegnamenti evangelici”.

Tale opera si è realizzata nel corso dei secoli “grazie ad insigni figure di formatori e a istituzioni accademiche cattoliche che con generosità e competenza hanno saputo offrire loro una formazione integrale”, ricorda il Pontefice. Obiettivo, questo, che può essere conseguito solo “grazie ad una istruzione di alto profilo scientifico che sappia declinare, nella costante ricerca della verità, le risorse della ragione con la luce della fede”.

La missione, insomma, di cui si è fatta carico l’Università Cattolica del Sacro Cuore che, “sviluppando il seme fecondo gettato da padre Agostino Gemelli”, è divenuta nel corso dei decenni “un punto di riferimento per il percorso universitario delle giovani generazioni”, evidenzia Bergoglio.

A contribuire alla crescita dell’Ateneo – soggiunge – è stata anche “l’affettuosa e concreta vicinanza dei cattolici italiani”, i quali “hanno sempre visto in questa istituzione accademica un prezioso servizio per la formazione dei giovani e uno strumento per garantire il qualificato contributo dei cattolici alla vita sociale e al bene del Paese”.

Soffermandosi poi sulla tematica proposta per la Giornata 2015, “Giovani, periferie al centro”, il Papa riflette sulla situazione dei giovani che – dice – “anche a causa del prolungarsi della crisi economica, si è fatta particolarmente difficile”. In particolare “la carenza di lavoro” – sottolinea – “determina una grande incertezza esistenziale e pregiudica anche la realizzazione di legittime aspirazioni sia in ambito professionale sia in riferimento alla formazione di una famiglia”.

Così “i giovani rischiano di diventare sempre più marginali nel sistema sociale, con gravi conseguenze per la loro vita e per il futuro di tutta la comunità”, ammonisce il Vescovo di Roma. Per questo – è il suo appello – “è necessario che essi ritornino al centro dell’attenzione e ad essere protagonisti della vita sociale”. Anche perché in loro non manca “la volontà di reagire per contrastare la crescente marginalità e non lasciarsi prendere dallo scoraggiamento”. Proprio questa “grande determinazione” nel superare le difficoltà attuali è il dato che maggiormente emerge dalle “interessanti” indagini curate dall’Istituto Toniolo e dall’Università Cattolica nel contesto del Rapporto Giovani.

Allora “è compito della Chiesa sostenere questo slancio positivo che è presente nei giovani offrendo strumenti idonei per affrontare le criticità”, scrive il Papa. E in questa prospettiva è ancora più rilevante il contributo che può venire dall’Università Cattolica: “Da essa i giovani possono ricevere quella formazione di alto livello morale e culturale, attenta agli scenari internazionali e ai nuovi processi determinati dalla globalizzazione, che può aiutarli a diventare protagonisti di un profondo cambiamento”.

“Oltre a ritrovare le ragioni vere della speranza per il loro futuro, essi potranno così contribuire alla rimozione delle cause che hanno determinato il costituirsi delle tante periferie materiali ed esistenziali che caratterizzano il nostro tempo”, conclude il Santo Padre.

Il suo augurio è dunque che l’Università Cattolica del Sacro Cuore, sostenuta dall’Istituto Toniolo di Studi Superiori, “possa continuare ad essere accanto ai giovani, aiutando soprattutto quelli meritevoli che hanno meno possibilità, nella certezza che l’investimento formativo è il migliore antidoto contro quella marginalizzazione a cui alcune inique dinamiche sociali sembrano volerli condannare”.

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