Di Giuseppe Mariucci

MONTELPARO – L’entusiasmo, la curiosità e l’intuizione di un giovane sacerdote appena nominato Priore-Parroco della Chiesa di San Michele Arcangelo di Montelparo hanno saputo trasformare questa storica e millenaria Chiesa da “Bianco e nero”, qual era, a “Colori”.
Così fu definita l’azione di Don Gianluca Pelliccioni (è questo il nome di quel giovane prete di cui sopra!). Egli, intravedendo da alcuni squarci dell’intonaco colori “sospetti” iniziò a scrostare qua e là in solitudine ogni angolino della chiesa: si era alla fine dell’anno 2008 ed agli inizi del 2009 . Gli fu semplice, però, capire quanto di eccezionale si celava sotto un anonimo intonaco bianco. Capì soprattutto che ci si trovava di fronte a qualcosa di portata storica e culturalmente rilevante: era necessario, quindi, l’intervento della Sovrintendenza alle Belle Arti della Regione Marche! E la storia gli ha dato ragione! Dopo un complesso, paziente, minuzioso e lungo lavoro la Chiesa di San Michele Arcangelo è quella che oggi possono tutti ammirare: proprio “A COLORI”! E il recupero di quel bene culturale non finì lì. Don Gianluca riuscì a spostare l’interesse delle autorità verso la Cripta situata proprio sotto l’altare maggiore. Quei luoghi oramai chiusi, bui ed impenetrabili da secoli e secoli, anche perché utilizzati per ammassare giorno dopo giorno materiali inservibili, erano sconosciuti agli stessi montelparesi che forse vi si erano introdotti, con chissà quanti timori e paure dovuti alle leggende che vi aleggiavano, solo per recuperare i palloni che, da “u landro’” (l’androne) dove si giocava appunto, vi finivano maldestramente. Nessuno poteva mai immaginare la bellezza e l’importanza storica di quanto stava per venire alla luce!

Con quei lavori fu restituita alla popolazione Montelparese ed alla cultura universale tutta, la Cripta Benedettina Farfense SANTA MARIA DI FARFA che quindi risorse in tutto il suo splendore di affreschi e di divina atmosfera!

Questo avvenne dopo appena poco più di un anno da quando, in una memorabile giornata, fu riaperta al culto la Chiesa di San Michele Arcangelo, che era stata anch’essa preda dell’incuria delle persone, ma anche maltrattata dai malanni procurati dal tempo.

I colori dei tanti affreschi della Cripta, quindi, sono riemersi incredibilmente e per la felicità di ognuno, dopo secoli di buio.

E forse sono riapparsi solamente alcuni dei tanti che potrebbero essere ancora nascosti in tutta la chiesa!

Ma intanto anche la Cripta di SANTA MARIA DI FARFA, fortunatamente, è tornata a risplendere!

Nel frattempo anche i lavori per la riapertura ed il ripristino della navata laterale di San Michele Arcangelo (che è proprio quella da cui si accede alla cripta, sono stati autorizzati. La popolazione montelparese, ma non solo, è certa che Padre Agostino Maiolini (che da settembre 2014 è subentrato a Don Gianluca nel ruolo di Priore-Parroco di San Michele Arcangelo) saprà stringere i tempi di questa ulteriore ristrutturazione!

CHIESA DI SAN MICHELE ARCANGELO- UN PO’ DI STORIA e di Arte.

La Chiesa di San Michele Arcangelo risale al XII secolo ma l’attuale impianto, è il risultato di vari interventi nel corso dei secoli. La prospettiva della facciata dà l’illusione di trovarsi davanti ad una Chiesa a tre navate: non è così invece. Internamente ci si trova di fronte ad un grande monolocale con presbiterio rialzato. Il portale privo dell’originale basamento con leoni stilofori, presenta due tipi di colonnine tortili separate da una coppia di semi-pilastri. Sul fronte corre una fascia di pietra arenaria con decorazione fogliare e floreale; in alto, conclude una cuspide del XV secolo con nicchia che ospitava il Titolare della Chiesa. Al centro della facciata, appare un occhio richiuso, con probabile inserimento di un rosone. La coppia di portali laterali, costruiti in laterizio con frontone ad arco ribassato, fa riferimento ad arte del Cinquecento. Quello di destra dava accesso all’Oratorio della Confraternita del SS. mo Sacramento; per quello di sinistra si accedeva all’antico monastero, lungo il corridoio con porticato tra Chiesa e chiostro.

La Chiesa di S. Angelo conserva al suo interno notevoli opere d’arte ed affreschi. Imponente è ad es. la tela,  raffigurante la Madonna Immacolata con la luna sotto i piedi e il figlio in braccio datata fine XVIII secolo. Fino all’anno 1844 nella zona presbiteriale rimase esposto il celebre polittico della “Incoronazione della Vergine e Santi” dipinto nel 1466 dal pittore Niccolò Liberatore detto l’Alunno, con sontuosa cornice gotica intagliata e dorata dal Maestro Giovanni di Stefano da Montelparo; oggi l’opera è esposta nella Pinacoteca Vaticana. Numerosi sono gli affreschi dei secoli XV e XVI. Si vedano ad esempio le figure votive di S.Sebastiano e S.Giacomo Apostolo nella nicchia d’ingresso; il Mistero dell’umana salvezza etc… oppure altri interessanti affreschi nella zona presbiteriale e nella Cripta recentemente ristrutturata: l’affresco MADONNA DEL LATTE del 1412 attribuito al maestro Ugolino di Vanne da Milano; l’affresco MADONNA DELLA MISERICORDIA del XV° secolo.

 

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1 commento

  • Mariucci Giuseppe
    10/03/2015 alle 09:18

    Debbo aggiungere con orgoglio paesano, a quanto detto sopra, che, cosa di grande importanza, al restauro di molte opere d'arte di questa chiesa, come nella chiesa rurale di Santa Maria in Camurano (di cui mi vorrei occupare nel prossimo contributo!) ha partecipato la bravissima ARTISTA nonchè RESTAURATRICE Montelparese LUDOVICA DI SANTO che vi ha dedicato giorni e giorni delle sue meravigliose capacità artistiche!

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