Sacramentini (5)

Foto di repertorio, articolo di Fernando Palestini

DIOCESI – Sabato pomeriggio presso il salone dei Padri Sacramentini si è svolto un momento di riflessione e preghiera “In Quaresima verso la Pasqua” animato da Fra Michele della fraternità monastica di Bose con sede in Assisi (Monastero di San Masseo). Il momento di riflessione proposto da fra Michele ha preso lo spunto dalla lettera di San Paolo ai Filippesi (Fil. 2,1-11) e dal brano del Vangelo di Marco (Mc. 1,12-15) su Gesù nel deserto tentato da satana. La riflessione è stata molto stimolante ed è partita dal “deserto” luogo non solo fisico che ci aiuta a riflettere sulla nostra vita e dove siamo obbligati a ricercare l’essenziale. Deserto come luogo di lotta con le tante tentazioni della nostra vita ma anche luogo privilegiato dell’incontro con Dio.
Qui si inserisce il tempo di Quaresima che la Chiesa ci propone come tempo propizio per riflettere sulla nostra condizione di uomini pieni di limiti proponendoci un cammino di silenzio (la preghiera), di sobrietà (il digiuno) e di solidarietà (la carità) nella certezza che la misericordia di Dio è più grande dei nostri limiti, sguardi, orizzonti.
Nella lettera ai Filippesi poi San Paolo ci esorta ad avere come comunità “una medesima carità, unanimi , avendo un medesimo sentire……senza cercare ciascuno il proprio interesse ma quello degli altri”. Fra Michele ci ha spronato a riflettere sul nostro atteggiamento come individui e come comunità nei confronti degli altri. Il periodo di Quaresima dovrebbe aiutarci a ricercare nel profondo di noi stessi ed anche come Chiesa l’essenza del nostro essere cristiani guardando allo “scandalo e follia della Croce” che ci salva e redime, guardando a Gesù che dona la sua vita per noi come atto estremo di amore che il Padre glorifica con la Resurrezione.
Fra Michele ha invitato alla sobrietà dei segni in Quaresima (anche nelle nostre chiese) ed ha anche avuto un passaggio attuale riprendendo indirettamente un tema sollevato dal prof. Umberto Veronesi oncologo di fama internazionale che in un suo libro sui temi della vita e del dolore (“Il mestiere di uomo”) afferma che: “Allo stesso modo di Auschwitz, per me il cancro è diventato la prova della non esistenza di Dio…”.
Secondo fra Michele ad Auschwitz non si è manifestata l’assenza di Dio, ma l’assenza dell’uomo. Abbiamo ucciso Dio, uccidendo la sua immagine che è l’uomo e questo purtroppo si verifica tutte le volte che un fratello uccide un altro fratello.
L’incontro si è concluso con un breve momento di silenzio, con il canto e la preghiera finale proposta da padre Cristinelli.

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