Murales carcere

Rubrica a cura dalla “Comunità Papa Giovanni XXIII”, leggi i precedenti articoli:
– Rubrica dal carcere, i volontari della nostra diocesi a Marino del Tronto
– Lettera di Lucia Di Feliceantonio, direttrice del carcere di Marino del Tronto ai lettori dell’Ancora

DIOCESI – Pubblichiamo i pensieri raccolti da dei detenuti del Carcere di Marino del Tronto di Ascoli Piceno.

Oggi, li ho trascorsi sempre in vari istituti di pena. Quest’anno poteva essere il primo in libertà, purtroppo sono tornato qui, ad  Ascoli. I miei Natali, sono stati tutti speranzosi di nuove occasioni perché le pene vanno a diminuire e il giorno della libertà si avvicina.
Avrei desiderato tanto, dopo tanti anni, di trascorrere le festività, in modo diverso, soprattutto insieme ai miei cari, i quali sono gli unici capaci di colmare i vuoti che ho vissuto negli ultimi anni. I vuoti, cioè la mancanza degli affetti famigliari…anzi, ve la faccio corta….cosa offre a voi di buono il Natale? Ecco, avrei tanto anche io voluto sentire qualcosa di buono con i miei cari.

Veycl

A natale si può fare…..di meno!
C’è in questa frase tutta l’amarezza e la tristezza di chi vive il Natale in carcere!
Tutti dicono che il carcere è brutto e fa male; io sono pienamente d’accordo con chi lo dice, anzi, vorrei aggiungere qualcosa a questa esperienza: fare tanto carcere fa male perché può distruggere una persona, in tutti i sensi, sia fisicamente sia psicologicamente, può inoltre distruggere la famiglia…
Per la mia esperienza personale mi viene da dire che un po’ di carcere, ovviamente, per chi ha commesso degli sbagli, fa bene per dare un po’ più di valore e importanza a tante cose, a cui, fuori da queste mura, non diamo. Qui in carcere ho scoperto anche una cosa che fuori non sapevo distinguere più di tanto: capire le persone che veramente ti vogliono bene; qui invece ho imparato a smascherare in base ai comportamenti; capisco piccoli gesti di chi mi sta vicino perché mi vuole veramente bene e chi mi sta vicino per qualche suo interesse. Vi assicuro che si trovano dei casi deludenti che mai  ti aspetteresti.

Senza nome

Mi chiamo Singh e sono indiano. Sono stato in Francia e quando ero a Parigi e festeggiavo sotto la Torre Eiffel la notte di Natale, mangiando e bevendo insieme ad amici e con la mia fidanzata. Non ci siamo mai scambiati regali con gli amici, ma la mia fidanzata mi regalò un braccialetto, mentre io le regalai un cellulare.
Questo è il secondo Natale che sono in carcere, la mia famiglia vive a Jesi e io non ho mai festeggiato il Natale con loro. Stare qui qui in questi giorni mi mette molta tristezza non ci sono persone care, sono tutti lontani e alcuni sono in difficoltà. Qui il giorno di Natale parteciperò alla messa insieme agli altri detenuti, ma non so cosa farò poi, perché l’anno scorso ero in un altro carcere.

Mi chiamo Sandel e sono nato in Romania. Sono nove mesi che sono in carcere, è il mio primo natale in carcere, l’anno scorso ero in giro per il mondo, perché mi piace viaggiare, senza tornare a casa; sono quattordici anni che non festeggio il _natale con la mia famiglia.
Ho un bambino di due anni e mezzo, qui in Italia, mi sarebbe piaciuto fare Natale conil bambino e la mia compagna: mio figlio mi manca, si chiama Denis e mi assomiglia un po’.
Spero che la mia fidanzata mi aspetti e anche mio figlio, ma chissà se lo farà?
Il carcere fa male “tanto”  e un po’ serve a chi sbaglia!

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