Patriarca SakoZenit

Un invito alla conversione e un appello per la pace animano entrambi i Messaggi per la Quaresima 2015 del patriarca di Babilonia dei caldei, Louis Sako I, e del patriarcaecumenico di Costantinopoli Bartolomeo.

Nella sua missiva per questo “tempo forte di preghiera e riflessione”, Sako auspica che“in Iraq e in Medio Oriente si raggiungano al più presto la pace, la stabilità e la possibilità di una vita dignitosa”, poiché “le condizioni sono molto difficili nel Paese, soprattutto per le famiglie sfollate”.

Soprattutto – rimarca il patriarca caldeo – sono necessarie “la fratellanza, la cooperazione e la coesistenza”, in modo da costruire “buoni rapporti con tutti” e dare “priorità al perdono, alla riconciliazione ed al bene comune, lontani dai conflitti”.

In Quaresima – prosegue poi – è importante “sostenere valori ed ideali morali come l’onestà, il sacrificio e l’aiuto al prossimo”, insieme “all’amore per il Paese” ed al “rafforzamento dell’unità”. “Dobbiamo consolidare la presenza cristiana in Iraq ed in Medio Oriente – conclude quindi il patriarca – perché noi cristiani siamo testimoni di speranza. Non cediamo e rinnoviamo la nostra fiducia nel futuro”.

Sulla stessa linea il Messaggio di Bartolomeo, che si rivolge direttamente ai fedeli ortodossi di tutto il mondo chiedendo loro di “cambiare la propria vita” e “pacificarsi con la propria coscienza”.

Anche qui l’invito è a “chiedere perdono”, in modo da “assaporare veramente la Pasqua con tutti i Santi” e “raggiungere quella somiglianza con Dio per la quale l’uomo è stato creato”.

In Quaresima, i fedeli sono chiamati dunque a diventare “santi” attraverso “la conversione davanti a Dio e agli uomini” e la confessione della propria “umana imperfezione e debolezza e nullità davanti a Dio”, afferma il Patriarca.

E sottolinea che questo tempo di preparazione alla Pasqua rappresenta la “voce della nostra coscienza”. Una voce che si fa sentire con violenza quando sbagliamo: “per questo ognuno deve pacificarsi con la propria coscienza, attraverso la conversione”.

“Solo allora – conclude Bartolomeo – potremo vivere “come essere umani, nel rispetto reciproco e nell’amore, lontano dai terribili crimini a cui assistiamo oggi nel mondo”.

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