Il portavoce dei vescovi cattolici egiziani e l’incaricato di affari della Nunziatura apostolica al Cairo hanno espresso “solidarietà, cordoglio e preghiera” alla Chiesa copto-ortodossa dopo la diffusione della notizia che i jihadisti della filiale libica dello Stato Islamico avrebbero sgozzato 21 cristiani copti di origine egiziana rapiti a Sirte a gennaio e tenuti in ostaggio. A riferirlo al Sir è lo stesso portavoce padre Rafic Greiche. “Abbiamo espresso alla Chiesa e alle famiglie delle vittime tutta la nostra vicinanza ma volevamo anche avere informazioni sull’accaduto. I giornali egiziani – spiega, infatti, il portavoce – non riportano notizie certe sulla vicenda”.

Tre, per padre Greiche, sarebbero le versioni fornite sull’accaduto: “La prima parlerebbe dei 21 rapiti ancora in vita secondo quanto riferito da testimoni e autorità libiche locali, la seconda riferisce la morte di due o tre ostaggi e la terza, la peggiore, è quella che tutti sarebbero stati uccisi. Speriamo vivamente che non sia così ma le speranze in questo caso sono davvero poche, almeno a sentire i vescovi copti”.
Giovedì scorso i jihadisti avevano diffuso foto dei rapiti vestiti con tenute arancioni e tenuti in ostaggio da uomini armati. Il commento jihadista alle immagini accusava i cristiani copti, definiti “crociati d’Egitto”, di aver in passato costretto con la violenza alcune donne copte a rinnegare la propria conversione all’Islam. Ieri le famiglie dei rapiti avevano inscenato al Cairo una manifestazione di protesta contro il Governo, reo, secondo loro, di aver seguito con disinteresse la vicenda. A porre fine alle ipotesi potrebbe essere, a questo punto, la notizia diffusa poco fa dalla tv di Stato libica, citata dal Daily News Egypt su Twitter secondo cui il Parlamento libico avrebbe confermato la morte dei 21 egiziani.

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