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Quale tipo di dialogo con le altre fedi?

SRI LANKA-VATICAN-RELIGION-POPESandro Leoni

Paragonando la nuova fede offerta dai MRA di matrice cristiano-biblica (Movimenti Religiosi Alternativi) ad un albero, possiamo pensarla come strutturata con radici (basi pseudo bibliche, sia credute tali dal proponente sia volutamente distorte); tronco (supporti logici date premesse sbagliate o sofistici su premesse vere, comunque fuorviatnti); chioma con rami e frutti ( la dottrina, il prodotto finale, il credo nelle sue varie “verità”).
Di fronte a questa struttura il dialogante deve chiedersi se il proponente settario è sincero o no. Cosa che può capire iniziando un sondaggio alla larga, facendo domande di introduzione che mirino a farlo “sbottonare”. Nel caso affermativo deve regnare uno spirito di benevolenza collaborativo che miri non solo a “difendere” l’eventuale confratello convocante ma anche ad illuminare il settario affinché per lo meno rimanga scosso in qualcuna delle sue basi e capisca di essere stato egli stesso ingannato dai suoi capi. Nel caso invece che tutto lasci credere che vi sia malizia, ovvero chiara volontà di raggiro perché il proponente mostra con evidenza di sapere che sta presentando un prodotto avariato, supportato da sofismi, allora l’unica finalità non può essere altra che quella dello smascheramento dell’errore e dell’inganno. Ciò che si può ottenere agendo su due livelli: a) quello della confutazione delle citazioni bibliche e di eventuali Autori, citati a proprio favore ma artatamente (cioè con potature “eretiche” (1), avulse dal contesto che dice il contrario, tacendo che si sta presentando un pensiero sostenuto in opere precedenti e poi riveduto dagli stessi ecc…); b) quello dello smascheramento di illogicità, sofismi, petizioni di principio, verità astutamente “avverbizzate” ecc… cosa estremamente facile sia nei confronti di chi fosse “culturalmente indifeso” (2) dal punto di vista umano, sia – e peggio! – se vi si aggiungesse una profonda sprovvedutezza da un punto di vista biblico.(3)

Da queste semplici premesse derivano tre forme possibili di dialogo:

1) Quella del rifiuto garbato e ripetuto: “NO GRAZIE!” Ovviamente d’obbligo se ci si sente onestamente inadeguati sì da avere la falsa impressione di trovarsi innanzi a veri e propri “biblisti”. Il manuale geovista di cui allla nota 3 mostra che per qualsiasi risposta a domanda di aggancio, diversa dal “No grazie” il proclamatore può ricorrere a varie controrisposte già preparate e da lui studiate nell’addestramento ricevuto nella “Scuola di ministero teocratico”. Il “No, grazie”, nel caso che in parrocchia esista qualche catechista esperto in MRA, potrebbe ovviamente essere trasformato in “Sì, grazie ma non qui. Venga per favore il giorno tale nella mia parrocchia ove ci sono fratelli che studiano la Bibbia e saranno molto felici di ascoltarla e interloquire con lei”. E’ risaputo che la tecnica di “predicare di porta in porta”, scelta dal geovismo, vuole avere il vantaggio di incontrare le persone sole e indifese, comodamente rilassate in casa propria all’ora che fa loro comodo.

2) Quella della verifica circa l’autenticità della voce che si propone come trasmettitrice del messaggio di Gesù. In fondo è l’accertamento sulla attendibilità che facciamo per ogni nuova notizia che sentiamo, per un nuovo prodotto di cui ci si chiede l’acquisto ecc. In tal caso, se si sanno toccare certi tasti “sensibili” è facile scoprire di essere di fronte a imbroglioni. Tuttavia la conoscenza di tali “tasti” e il porli sul tappeto in maniera previa ad entrare in argomento; tasti che ci permettono anche di evitare che il proclamatore svicoli facendo domande così da condurre lui il discorso dove vuole; richiede una previa, ampia informazione, e anche l’essere forniti della debita documentazione che “incastri il MRA” nelle sue responsabilità, altrimenti il proponente negherà semplicemente ogni addebito, giocherà ad accusarci di “prevenzione”, di “pregiudizio”, di animo malevolo… Predisponendosi a… scuotere la terra di sotto i suoi calzari, ci catalogherà come “persone con animo non bendisposto… non giustamente inclinato per la vita eterna”, come “capri destinati alla distruzione”, giacché se fossimo “pecorelle di Gesù” riconosceremmo al volo la “voce del Pastore” ecc…

In tale opera demistificatoria, oltre la documentazione di ciò che ha stampato la dirigenza della denominazione religiosa che ci si sta proponendo, conta molto anche una abilità dialettica capace di smascherare le illogicità, sempre connesse alla presentazione delle falsità. Ricordiamo che le bugie possono essere sostenute solo con altre bugie. Ma chi è capace di inchiodarle nella loro responsabilità può giungere perfino a dire al proclamatore: “Si capisce subito quando è che dici le bugie. Ti si muovono le labbra!…”

3) Quella della confutazione delle deformazioni bibliche punto per punto. E’ ovviamente il lavoro più faticoso. Ma possiamo farlo sicuri di spuntarla giacché l’esegesi scientifica della nostra Chiesa ha raggiunto livelli di indiscussa eccellenza che non possono temere la rozzezza con cui procede un’esegesi settaria, che poggia sul fondamentalismo e letteralismo; sulla scelta “eretica” dei passi biblici; sul fissismo con cui ricava autorevolezza dalla Bibbia non riconoscendone una progressività vera e propria nel donarci la rivelazione divina. Sono molti i MRA che non riconoscono in Gesù il TOP e il rivelatore definitivo inviato dal Padre.

Ho detto e ribadisco che “possiamo farlo” ma debbo purtroppo aggiungere che, l’esperienza venticinquennale del GRIS, conferma che si ricava ben poco quanto a scuotere il settario dalla sua posizione. Tale lavoro è però utile al fratello convocante che, così facendo, capisce di essere in buone mani e perciò va fatto. Tuttavia non bisogna sgomentarsi se non si è capaci di farlo. Basta che tutti sappiano che nella nostra Chiesa (e ci risulta che venga fatto anche nelle Chiese storiche sia protestanti che ortodosse) c’è chi lo sa fare e a cui ci si può rivolgere per aiuto. Aiuto che – e lo diciamo ai parroci – sarà tanto più efficace quanto più sarà preveniente, vaccinante, così da indurre i fedeli ad evitare anche dei contatti di curiosità che sarebbero comunque inquinanti per il Credo.

Trascurare tutto questo e lanciarsi nell’avventura, presumendo di sé, o anche confidando imprudentemente nella propria preparazione biblica (quando il problema vero non è tanto l’essere esperti in Bibbia quanto nella conoscenza della tecnica di falsificarla usata dai proclamatori) ha sortito degli incontri rovinosi. O perché finiti in sterili e accesi dibattiti; o perché (e peggio) hanno lasciato il fratello convocante con i suoi dubbi non risolti e il proclamatore confermato della sua fede nella convinzione di averci lasciato senza parole.