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Il Papa apre il Concistoro e chiede ancora “parresìa”

Papa FrancescoZenit, Salvatore Cernunzio

Come nel Sinodo dell’ottobre scorso, Francesco torna a domandare “parresìa” ai fratelli cardinali riuniti oggi in Aula del Sinodo per il Concistoro ordinario pubblico. Centro dell’assise dei porporati sarà la riforma della Curia romana, secondo le proposte formulate finora dal Consiglio di nove cardinali, che saranno discusse in questi due giorni.
Questa tanto dibattuta riforma “non è fine a se stessa”, ha voluto precisare il Pontefice nei suoi cinque minuti di discorso di apertura, stamane. Anzi, essa vuole essere un mezzo per “dare una forte testimonianza cristiana; per favorire una più efficace evangelizzazione; per promuovere un più fecondo spirito ecumenico; per incoraggiare un dialogo più costruttivo con tutti”.

Nessuna rivoluzione, né lotte di potere, dunque: la riforma della Curia – “auspicata vivamente dalla maggioranza dei cardinali nell’ambito delle Congregazioni generali prima del Conclave”, ha rammentato Bergoglio – significa “perfezionare ancora di più l’identità della stessa Curia Romana”.

L’obiettivo, pertanto, è “coadiuvare il Successore di Pietro nell’esercizio del suo supremo ufficio pastorale per il bene e il servizio della Chiesa universale e delle Chiese particolari”. Esercizio col quale – ha spiegato – “si rafforzano l’unità di fede, la comunione del popolo di Dio e si promuove la missione propria della Chiesa nel mondo”.

Soprattutto, ha rimarcato il Santo Padre, si vuole “favorire una maggiore armonia nel lavoro dei vari Dicasteri, per una più efficace collaborazione in quella assoluta trasparenza che nella Chiesa deve caratterizzare la sinodalità e collegialtà”.

Proprio in virtù di questo, ai cardinali di tutto il mondo verrà presentata la “sintesi” delle diverse riunioni del C9, orientate ad elaborare una nuova “Costituzione apostolica per la riforma della Curia”, secondo anche i “tanti suggerimenti, da parte dei capi e dei responsabili dei Dicasteri, nonché degli esperti in materia”.

“Con questo spirito di collaborazione – ha ribadito Francesco – inizia il nostro incontro, che sarà fecondo grazie al contributo che ciascuno di noi potrà esprimere con parresía, fedeltà al Magistero e consapevolezza che tutto ciò concorre alla legge suprema, ossia legge della ‘salus animarum'”.

Il Papa ha dato poi il suo benvenuto ai 20 nuovi porporati che riceveranno sabato la berretta rossa dalle sue mani: “Come è bello e come è dolce che i fratelli vivano insieme. Rendiamo lode al Signore che ci ha convocato. Accogliamo in quest’assemblea i 20 nuovi cardinali”, ha detto, “a loro e a tutti rivolgo un cordiale saluto: benvenuti in questa comunità che si esprime nella collegialità!”.

A “tutti coloro che hanno collaborato a questo evento” è andato infine il “grazie” del Pontefice, quindi al cardinale decano Angelo Sodano, al coordinatore del C9, il cardinale Óscar Rodríguez Maradiaga, e al segretario del Consiglio, nonché vescovo di Albano, monsignor Marcello Semeraro, che – ha detto il Papa – “è quello che fa il lavoro”.