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TV Remote Isolated on White.In occasione della XXIII Giornata Mondiale del Malato, istituita da san Giovanni Paolo II, Rai Storia in collaborazione con A Sua Immagine celebrano il 60° anniversario della trasmissione della Messa con lo speciale “60 anni di Messa in tv”. Il programma è presentato da Rai Cultura, diretto da Silvia Calandrelli; la regia è di Barbara Borgiotti e Antonia Pillosio.

Dopo sessant’anni, la Messa in televisione è l’unico programma in diretta di Rai Uno mai interrotto e uno dei più seguiti in assoluto. Davanti al teleschermo, infatti, si riuniscono per guardarla tutti coloro che altrimenti non potrebbero farlo: non soltanto anziani, disabili, persone lontane da casa, emigrati e detenuti, ma anche tanti ammalati.

Definire la Messa solo un “programma” sarebbe estremamente riduttivo: la trasmissione sulle reti nazionali della funzione domenicale è un vero e proprio servizio pubblico per milioni di persone, nel senso più alto e nobile del termine. “Ma è anche un servizio al bene comune , un servizio alla verità, un servizio alla bontà, e un servizio alla bellezza!”, come ha sottolineato Papa Francesco nell’incontro con i dipendenti RAI .

Grandi testimoni accompagneranno questo viaggio a ritroso nel tempo: da Anna Maria Tarantola, presidente della Rai a Ettore Bernabei, da don Domenico Pompili, sottosegretario della Conferenza Episcopale italiana, a Gianni Epifani, responsabile del servizio Sante Messe.

E poi Rosanna Vaudetti, una delle più famose annunciatrici Rai, con don Attilio Monge, regista delle Sante Messe per 25 anni, e Gianfranco Svidercoschi, vaticanista, arricchiranno il racconto con aneddoti del tutto speciali fino a scoprire che la nascita della Rai coincide con la trasmissione della Santa Messa in televisione.

“Padre Taddei, gesuita grande uomo di cultura e anche un grande interprete della cinematografia, fu effettivamente l’inventore della Messa in tv, che fin dall’inizio è stata inserita nella rubrica religiosa – afferma mons. Domenico Pompili, portavoce della Cei -, padre Taddei fu colui che intuì la straordinaria potenzialità di questa presenza nell’ambito del palinsesto televisivo e se ne fece lui interprete presso il Papa Pio XII ottenendo l’approvazione”.

Tante sono le immagini inedite proposte tratte dalle Teche Rai: da Pio XII, Giovanni XXIII, Paolo VI e Giovanni Paolo II. Con Montini, in particolare, la Chiesa divenne più consapevole del ruolo crescente del mezzo televisivo e invitò la Chiesa a servirsi dei media. Da quel momento, infatti, la Rai seguì le Sante Messe papali, che sono diventate il momento più significativo dei viaggi apostolici .

“L’augurio è che questa trasmissione in diretta – afferma il presidente Bernabei – conservi il suo carattere televisivo, cioè rispettare tutti. Perché la Messa può essere vista con particolare partecipazione da un credente, ma la può vedere con interesse di natura diversa anche un non credente”.

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