Di Sara De Semplicio

SANT’EGIDIO ALLA VIBRATA – Tanta partecipazione e tante risate alla prima “Rassegna del dialetto della Val Vibrata”: una manifestazione speciale dove a tener la scena sono state le voci più che le persone. Voci, all’unisono, dialettali.

A presenziare l’incontro la vice-presidente del Comitato Genitori dell’Istituto Peano Rosa di Nereto, il presidente della Pro loco di Sant’Egidio alla Vibrata Vincenzo Odorisi accompagnato dall’Assessore alla cultura e allo sport Nunzio Amatucci e dal sindaco Rando Angelini, il quale ha subito sottolineato l’importanza di queste iniziative volte a tramandare di generazione in generazione il dialetto, “lingua del territorio nonché strumento di spontaneità e parte integrante della storia”.
A dare il via alle esibizioni sono stati alcuni studenti dell’Istituto Peano Rosa di Nereto con la recita di una poesia, ovviamente in dialetto, dedicata ai loro insegnanti, seguiti poi dal Coro di Villa Marchesa, che si è presentato al pubblico interpretando la canzone popolare “Vola vola”.
Grande ilarità ha suscitato, invece, la proiezione di alcuni video girati dall’Associazione culturale “La porta girevole” di Alba Adriatica (rappresentata dal suo presidente Alessandro Casciotti) incentrati sulla parodia del programma televisivo di Canale 5 “Uomini e donne”, stavolta in versione abruzzese, con protagonisti “un po’” avanti con l’età e dotati di un solo mezzo espressivo: un dialetto puro e ingenuo!
A seguire una carrellata di personaggi provenienti da tutte le zone della Val Vibrata, a partire da Colonnella, raccontata attraverso varie poesie celebrative, e proseguendo per Corropoli, la cui voce è stata affidata alla famiglia D’Aristotile e al suo sindaco Umberto D’Annuntiis.
E’ stata la volta poi di Controguerra e delle opere della maestra Teresa Lucantoni, seguite poi dal simpatico show di Angelo Carestia che, attraverso un’appassionante carrellata di esempi tratti dai dialetti vibratiani, ha contribuito a creare un clima di spensieratezza e coinvolgimento.
A seguire poi Torano con Cesare “il gommista regista”, che ha evidenziato come il dialetto sia un illustre narratore del passato, un insostituibile veicolo di spontaneità ed espressione del sentimento, e poi il paese di Ancarano, rappresentato dalla voce e dalle opere di Stanislao Aleandri; per finire, i due paesi “ospitanti”, Nereto e Sant’Egidio alla Vibrata, rispettivamente raccontati dalle opere del poeta Vinicio Ciafrè e dall’inno ufficiale “Sant’Igl”, interpretato dal piccolo Samuele Biancacci.
A concludere la serata di nuovo il Coro di Villa Marchesa, questa volta con la celebre “Fra carità” e l’elezione della squadra vincitrice del “Vero Cittadino Vibratiano”, quella che, nel corso dello spettacolo, è riuscita a indovinare il maggior numero di parole in dialetto.
Senza dubbio, al Centro Fiera di Paolantonio, il dialetto non ha deluso le aspettative: molti i ricordi rinvenuti, molte le storie rivelate e le perle di saggezza trasmesse: insegnamenti di vita che, forse, solo in dialetto hanno la resa e la carica giusta.
Un motivo in più, dunque, per tutelarlo, riscoprirlo e, perché no, anche utilizzarlo: non dimentichiamoci, infatti, com’è stato anche ricordato, che il padre della lingua italiana, Dante Alighieri, scelse a suo tempo il dialetto per scrivere la più grande delle “commedie”… quella Divina.

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