Pro LocoSara De Simplicio

“Molta parte dell’anima nostra è dialetto”.

Così scriveva, nei primi anni del Novecento, Benedetto Croce, importante critico e scrittore italiano, quando si trovava ad affrontare la questione linguistica e a dover difendere l’uso in letteratura del dialetto, allora lingua parlata e, a quel tempo, ben distante da quella scritta.

Al giorno d’oggi, invece, nell’era di una generale tendenza all’omogeneità e alla standardizzazione linguistica, ci troviamo di fronte a una situazione ben diversa: una quasi totale italofonia e la conseguente e progressiva perdita dei tratti dialettali nell’uso comune. Attualmente, infatti, anche grazie ai nuovi mezzi di comunicazione lingua parlata e lingua scritta in sostanza coincidono.

Per i dialetti dunque è giunta ormai la fine? Fortunatamente no. La nostra penisola è ancora caratterizzata da una grande vivacità, ricchezza e varietà linguistica difficilmente riscontrabile altrove: un’eccezionalità tutta italiana che la rende paragonabile ad uno straordinario mosaico linguistico, dove ogni dialetto funge da tessera insostituibile.

I dialetti, infatti, possono essere considerati come la carta di identità di un’area, il loro biglietto da visita, l’etichetta che la rappresenta al meglio, la sua espressione più colorita e vivace.

Conoscere il proprio dialetto equivale, dunque, a conoscere le radici della propria storia: ed ecco per i vibratiani un evento importante perché raro, nel quale il loro dialetto sarà un indiscusso protagonista.

Sabato 31 gennaio dalle ore 18.00 in poi, si terrà, presso il Centro Fiera di Sant’Egidio alla Vibrata la prima ‹‹Rassegna del Dialetto della Val Vibrata››. Oltre alle autorità locali, tanti i personaggi che interverranno con opere, rappresentazioni dialettali, racconti, proverbi e canti caratteristici di tutti i paesi della Val Vibrata. Le esibizioni, intervallate da spazi musicali, procederanno in ordine geografico, partendo dai paesi della costa, con la proiezione di un video dell’Associazione culturale “La Porta girevole” di Alba Adriatica, fino a quelli dell’entroterra e lasciando per ultimi quelli ospitanti, ovvero Nereto e Sant’Egidio, quest’ultimo raccontato attraverso l’inno di Guido Di Stefano e l’accompagnamento di tutti gli studenti delle scuole. Al termine della serata, oltre all’elezione del “Vero cittadino Vibratiano” e all’esibizione finale del Coro di Villa Marchesa, anche un buffet offerto dal Comitato Genitori dell’ Istituto Peano-Rosa di Nereto che, in collaborazione con la Pro Loco di Sant’Egidio alla Vibrata e l’UNPLI, ha provveduto all’organizzazione della manifestazione.

Un’occasione, dunque, per ricordare e ricordarci che il dialetto va tramandato e preservato: esso è il simbolo di un’identità precisa, è la voce del popolo, della storia, dei nostri antenati, delle nostre tradizioni, del tempo che fu. Per questo, oggi più che mai, non si deve correre il rischio che questo tesoro linguistico e culturale venga sepolto per sempre: i nostri dialetti vanno conservati, tutelati, rispolverati e per farlo servono occasioni come queste, occasioni da non perdere.

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