Di Michela Galieni

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Papa Francesco afferma che la famiglia è il più grande tesoro di un Paese. La famiglia è il anche munus di una comunità di quartiere, soprattutto se quella stessa comunità è posta sotto la protezione della Santa Famiglia.

Per riflettere proprio sulla vocazione della parrocchia Sacra Famiglia di Ragnola, il Parroco Don Francesco ha organizzato per domenica scorsa una gita comunitaria all’insegna della spiritualità, della meditazione, della condivisione e dell’arte.
Più di 50 parrocchiani hanno partecipato all’iniziativa comunitaria che in mattinata è stata ospitata presso il monastero costruito nel 1231 da S. Silvestro presso Montefano (vicino Fabriano).

In questo luogo di clausura, la comunità della parrocchia Sacra Famiglia ha tessuto un confronto di esperienze sulla vocazione della parrocchia stessa, partendo dalla dottrina cristiana che identifica la Sacra Famiglia nella famiglia di Gesù, in cui Maria dà alla luce ed accudisce il Bambino quando Giuseppe Gli dà un nome. La parrocchia Sacra Famiglia si scopre dunque votata all’accoglienza ed alla difesa, per non disperderlo, di ciò che è prezioso e poterlo donare. Una Famiglia in cui giorno dopo giorno si consolidano le relazioni umane, nell’amore, nella solidarietà e nella pazienza, nel rispetto delle identità. Una Famiglia in cui la condivisione e l’umiltà permettono la scoperta della fede, della speranza e della carità. Una Famiglia che si fonda sulla rivelazione guarda al futuro con gli occhi di Dio.

Dopo un pranzo comunitario, il gruppo ha visitato la mostra pittorica “Da Giotto a Gentile: pittura e scultura a Fabriano fra Due e Trecento” curata da Vittorio Sgarbi.

La mostra ospitata presso la Pinacoteca Civica Bruno Molajoli – ex Spedale di Santa Maria del Buon Gesù, fondato da San Giacomo della Marca nel 1456 per riunirvi le strutture ospedaliere presenti in città – e in tre splendide chiese del circuito urbano: la Cattedrale di S. Venanzio, S. Agostino e San Domenico. Uno splendido viaggio da Giotto a Gentile da Fabriano passando per Bernardo Daddi, Allegreto Nuzi, Pietro Lorenzetti e altri grandi interpreti del panorama artistico e culturale del centro Italia a cavallo fra Due e Trecento.

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