GesùLectio delle Sorelle Clarisse del Monastero Santa Speranza sulle letture di domenica 25 gennaio

DIOCESI – “Erano circa la quattro del pomeriggio”: come in una foto, il vangelo di domenica scorsa fissava il momento in cui i discepoli andarono e videro dove egli (Gesù) dimorava e quel giorno rimasero con lui, dando quasi l’impressione dell’immobilità, come se il tempo si fermasse quando stiamo con Gesù!
Forse è per questo che la parola che ci rivolge il Signore dalla prima lettura di questa terza domenica ha l’effetto di una sveglia o, forse, di una scossa: «Àlzati, va’ a Ninive, la grande città, e annuncia loro quanto ti dico … Ninive era una città molto grande, larga tre giornate di cammino».
Ai tempi di Giona le distanze non si misuravano in termini di spazio, ma in termini di tempo, del tempo che occorreva per percorrere quella tale distanza. «Giona cominciò a percorrere la città per un giorno di cammino e predicava: “Ancora quaranta giorni e Ninive sarà distrutta”». C’è un tempo, quaranta giorni, che è la distanza tra Ninive e la sua perdizione; ma c’è ancora un tempo, tre giorni, che misura la distanza tra Ninive e la misericordia di Dio, un tempo e una distanza che il profeta Giona accorcia mano a mano che, obbedendo alla parola del Signore, percorre le strade della città, spendendoci il tempo stesso della sua vita, perché anch’essi abbiano la vita. Dalla prima lettura al Vangelo, da Ninive al lago di Galilea: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
Gesù passa lungo il mare di Galilea e percorre le strade degli uomini annullando le distanze, colmando ogni spazio della vita con sua Vita; il tempo è compiuto, è colmato, il Regno è qui, è ora, è Gesù che passa per annunciare questa Buona Notizia e chiama: «Venite dietro a me», non lasciate che ci sia spazio tra noi, che le cose anche buone e belle della vita, il lavoro gli affetti, possano separarvi da me. «Vi farò diventare pescatori di uomini», fratelli di carne e di sangue che generano fratelli nello Spirito e figli dello stesso Padre, gente segnata dal peccato e dalla morte, ma chiamata a donare misericordia e regalare eternità.
«E subito … lo seguirono». È chiaro: se non vuoi che ci sia distanza tra te e Gesù devi seguirlo “subito”, e stargli dietro mentre cammina, instancabile, alla ricerca dell’uomo, in un tempo, che come dice san Paolo nella seconda lettura, si è fatto breve e non offre altre certezze se non la fedeltà di Dio, che, quando finiamo fuori strada, ci fa pregare col salmista: Ricordati, Signore,della tua misericordia e del tuo amore che è da sempre.

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