Di Samuele Romandini

DIOCESI – Compiere azioni di coraggio in un tempo dove tutto sembra segnato della paura: è stato questo il tema del campo invernale della Vicaria S. Giacomo della Marca.
Il primo coraggio è stato quello di scommettere su un campo che riunisse le parrocchie della nostra vicaria che in se stessa è così diversa e ricca! Abbiamo scoperto che tentare la via del lavoro di zona non è poi così assurdo: è necessario crederci, capire che i ragazzi di Martinsicuro o Centobuchi, Monteprandone o Porto d’Ascoli non sono così diversi tra loro e che le loro ricchezze, messe in circolo, diventano ricchezza che poi ritorna nelle singole comunità.
Siamo così partiti alla volta di Ussita, dove, dopo una mattinata ed un primo pomeriggio sulla neve, siamo discesi a valle per andare nella nostra casa. Qui, la nostra rumorosa comitiva di 90 giovani e  giovanissimi, ha occupato “Casa Arsini” per iniziare il suo campo.  Il coraggio di crescere, il coraggio di amare, il coraggio di scegliere: ognuno dei tre giorni ha toccato una di queste azioni di coraggio. Il coraggio di crescere, di accettare la sfida diventare grandi “insieme”, di trovare la “chiave di casa” per non essere eterni adolescenti. Il coraggio di amare, di capire cosa significhino parole come affettività, sessualità, genitalità e come è possibile crescere verso un amore libero e bello! Infine il  coraggio di scegliere, la determinazione di prendere in mano la propria vita e di cercarne il senso più profondo dalle piccole scelte fino alle grandi. Proprio in quest’ultimo giorno, ognuno di noi ha scritto una lettera al proprio parroco per raccontargli la scelta davanti alla quale ognuno di noi si dovrà misurare. Queste lettere sono subito state recapitate e i nostri parroci cominciano già a rispondere!

La gioia di veder lavorare insieme i sacerdoti che ci hanno accompagnato: don Pierluigi Bartolomei, don Roberto Traini, don Łukasz Tlałka insieme a don Gianluca Pelliccioni che è venuto nella giornata di venerdì è stata per noi una testimonianza che è valsa più di mille parole. Ecco che la vita di questi tre giorni dove la ricerca del coraggio si è accompagnata anche al coraggio di “pattinare sul ghiaccio” e di rialzarsi dopo “epiche cadute”, è diventata per noi una promessa che speriamo poter mantenere anche per altri progetti: quello di continuare sulla via di una percorso comune per noi giovani della vicaria. Le conoscenze che sono nate o approfondite, il lavoro comune di noi giovani più grandi per preparare insieme il campo, contribuiscono ad unire “dal basso” le nostre comunità e superare così quelle “complicazioni” che di solito i “grandi” amano considerare insormontabili! Il nostro coraggio: quello di credere… insieme!

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