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Dopo anni di carcere duro e mesi di cella di isolamento, un mio amico racconta che non gli par vero di essere in libertà. Per crederci ha bisogno di sentirselo dire e ripetere ogni momento.

Quando esce per la strada, quasi si stupisce di non essere più braccato, nè minacciato. Se incontra un conoscente deve fare uno sforzo per guardarlo in faccia, per riprendere l’atteggiamento sicuro della persona libera.

Si sorprende ancora a pensare, ad agire, a progettare come fosse ancora in carcere. Non vorrebbe andare a letto, perchè appena s’addormenta o chiude semplicemente gli occhi, si ritrova in carcere e si risveglia di soprassalto. Allora telefona a tutte le ore ad amici veri; li cerca appena sveglio al mattino per sentirsi dire e ripetere che è totalmente libero.

Sorprendente il suo incontro con un magistrato che gli ho presentato a messa alla domenica. D’accordo con lui, ho accennato qualcosa al magistrato. Si è messo a piangere di gioia appena si è visto abbracciare dal giudice che lo ha incoraggiato a perseverare nella strada dell’Amore infinito di Dio. Di tanto in tanto mi accenna che sta assaporando la gioia di quell’incontro.

“Gridate al cuore di Gerusalemme che è finita la sua schiavitù.”

Con il battesimo di Gesù, per ogni uomo è finita la schiavitù; è subentrata la libertà dei figli di Dio. Anche a ciascuno di noi con Gesù dal Padre arriva una voce: “Tu sei il mio figlio prediletto, in te mi sono compiaciuto”.

Ciao da p. Andrea

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