Monastero Santa Speranza (18)
Lectio delle Sorelle Clarisse del Monastero Santa Speranza sulle letture di venerdì 1 dicembre
DIOCESI – «Il Signore parlò a Mosè e disse: Parla ad Aronne e ai suoi figli dicendo: “Così benedirete gli Israeliti: direte loro: Ti benedica il Signore e ti custodisca. Il Signore faccia risplendere per te il  suo volto e ti faccia grazia.
Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace”. Così porranno il mio nome sugli Israeliti e il li benedirò». Tratto dal libro dei Numeri, questo è il testo della prima lettura della Solennità di Maria SS. Madre di Dio: sono pochi versetti, che rischiano di finire prima
ancora che ci siamo seduti e predisposti all’ascolto, e sarebbe un vero peccato! Perché questa Parola è una carezza che sfiora con benevolenza i nostri volti ormai più avvezzi a ricevere “schiaffi” che baci, a casa al lavoro nella società e qualche volta anche in chiesa; è una luce che rischiara le tenebre dentro e fuori di noi e ci fa ri-vedere l’orizzonte, vincendo quella paura che è figlia del buio e dell’oscurità; è le braccia forti di un Padre che ci rialzano dopo una caduta e ci sostengono per farci ripartire, cancellando la stanchezza; è le braccia accoglienti di una Madre che ci custodiscono, ci riscaldano e ci donano la pace del sapersi amati, come figli, per sempre; è Dio che ci benedice e ci benedirà, cioè si impegna in eterno a dire-bene di noi e ci insegna l’aritmetica del suo regno, dove tutto si moltiplica, anche quando lo dividi e tutto si accresce, anche quando lo spendi interamente, come l’amore, come la benedizione, come la vita.
A pensarci bene quasi ci sentiamo scoppiare il cuore, anzi, come dice l’Apostolo, nella seconda lettura, lo sentiamo gridare con la voce dello Spirito del Figlio che torna a casa dopo aver vissuto una vita “bestiale” lontano dal Padre: «Abbà!», Papà. «Così porranno il mio nome sugli Israeliti e il li benedirò»: ed ecco che, nel Vangelo del Natale questo Nome “si posa” per primo su quei pastori, avvezzi ad essere considerati alla stessa stregua delle bestie che custodivano: «Oggi è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore»; la benedizione scende su di loro per bocca di un angelo ed essi, di corsa, corrono a benedire il Bambino, e poi Maria e Giuseppe, povera gente come loro, e tornano indietro, alle loro pecore, poveri e puzzolenti come prima, ma ricchi dell’apparentamento con quel Dio che veramente si è fatto uomo, un figlio, un fratello, uno come loro.
Non finiranno in prima pagina, i pastori, né faranno il giro delle trasmissioni strappalacrime e neanche saranno cliccati su face book: resteranno, però ben custoditi nel cuore della Madre, dove il Signore ci conceda di “tornare a casa” nei giorni belli e brutti di quest’anno che comincia.

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