Papa FrancescoZenit di Luca Marcolivio

La presentazione di Gesù al Tempio, con Simeone e Anna che profetizzano sul Bambino, secondo papa Francesco, è l’immagine di una famiglia “larga”, come le famiglie numerose da lui ricevute stamattina in udienza in Aula Paolo VI.

Al termine della Santa Messa presieduta da monsignor Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, il Pontefice ha rivolto il suo discorso ai rappresentanti dell’Associazione Nazionale Famiglie Numerose, sorta a Brescia, città natale del beato Paolo VI, con la collaborazione di monsignor Francesco Beschi, vescovo di Bergamo.

“Siete venuti con i frutti più belli del vostro amore. Maternità e paternità sono dono di Dio, ma accogliere il dono, stupirsi della sua bellezza e farlo splendere nella società, questo è il vostro compito”, ha affermato il Papa, dopo aver tracciato un parallelo tra l’odierno Vangelo della Sacra Famiglia (Lc 2,22-40) e la testimonianza fornita dalle famiglie numerose.

“Ognuno dei vostri figli è una creatura unica che non si ripeterà mai più nella storia dell’umanità. Quando si capisce questo, ossia che ciascuno è stato voluto da Dio, si resta stupiti di quale grande miracolo sia un figlio!”. Un figlio, ha aggiunto il Santo Padre, è “un miracolo che cambia la vita”.

Rivolto ai bambini e alle bambine presenti in Aula Paolo VI, Francesco ha detto: “ognuno di voi è frutto unico dell’amore, venite dall’amore e crescete nell’amore. Siete unici, ma non soli!”.

La famiglia numerosa, ha osservato ancora il Papa, è, “in un mondo spesso segnato dall’egoismo”, una “scuola di solidarietà e di condivisione”, il cui esempio va “a beneficio di tutta la società”.

I bambini e i ragazzi sono “frutti buoni”, quando l’albero ha “buone radici”, rappresentate dai “nonni” e un buon “tronco”, che sono i genitori.

A sua volta, la “grande famiglia umana” è come una “foresta”, dove “gli alberi buoni portano solidarietà, comunione, fiducia, sostegno, sicurezza, sobrietà felice, amicizia”.

Le famiglie numerose, in particolare, sono una “speranza per la società”, dove i nonni “custodiscono in sé i valori di un popolo, di una famiglia, e aiutano i genitori a trasmetterli ai figli”.

Esprimendo gratitudine per “l’esempio di amore alla vita” che le famiglie numerose custodiscono “dal concepimento alla fine naturale, pur con tutte le difficoltà e i pesi della vita”, papa Francesco ha espresso rammarico per lo scarso aiuto che esse ricevono dalle istituzioni, ricordando come “la Costituzione Italiana, all’articolo 31, chiede un particolare riguardo per le famiglie numerose; ma questo non trova adeguato riscontro nei fatti”.

Il Papa ha quindi auspicato “anche pensando alla bassa natalità che da tempo si registra in Italia, una maggiore attenzione della politica e degli amministratori pubblici, ad ogni livello, al fine di dare il sostegno previsto a queste famiglie”.

Citando San Giovanni Paolo II, il Pontefice ha sottolineato la necessità che le famiglie si assumano la “responsabilità di trasformare la società”, altrimenti diventeranno “vittime di quei mali che si sono limitate ad osservare con indifferenza” (Familiaris consortio, 44).

Importante, in tal senso, è quindi l’apporto delle associazioni e dei forum con lo scopo di “promuovere nella società e nelle leggi dello Stato i valori e le necessità della famiglia” e dei “movimenti ecclesiali”, all’interno dei quali le famiglie numerose sono particolarmente attive.

Salutando la “bella notizia” della realizzazione a Nazareth di un “una casa per le famiglie del mondo che si recano pellegrine là dove Gesù è cresciuto in età, sapienza e grazia”, il Papa ha rivolto una preghiera speciale “per le famiglie più provate dalla crisi economica” e per le “famiglie provate negli affetti più cari e quelle tentate di arrendersi alla solitudine e alla divisione”.

Al momento della benedizione finale, Francesco ha chiesto alle famiglie numerose: “continuate a pregare per me, che io sono un po’ il nonno di tutti voi”.

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