Un Natale “solitario e di desolazione” è quello che i cristiani siriani si apprestano a vivere. È quanto scrive monsignor Sami Nassar, arcivescovo maronita di Damasco, nel suo messaggio natalizio, intitolato “I nostri vicini non ci vogliono, non c’è più spazio per noi”. “I cristiani d’Oriente – si legge nel messaggio -, una minoranza che vive in un pericoloso crocevia, stanno lottando per prendere la strada della testimonianza. L’ascesa del fanatismo – chiaro il riferimento allo Stato Islamico – l’insicurezza, la carenza e limitazioni di ogni genere minacciano la loro presenza e riducono la loro speranza”. Nonostante questo clima di tensione, “il piccolo gregge di fedeli esprime una fede incrollabile, coraggiosa e ferma. Un nuovo rapporto con Dio si afferma nella preghiera silenziosa davanti al Santissimo Sacramento. Hanno il rosario in mano e sono radicati nella loro Chiesa, essi rimangono in solidarietà con i poveri e con una lunga litania dei martiri, seme di cristiani”.

“Questi eroi della fede – sottolinea mons. Nassar – sono la forza della Chiesa e l’orizzonte della speranza”. La condizione già critica in cui versano i cristiani è aggravata dalla chiusura delle vie di fuga verso Giordania, Iraq e Turchia e ora anche verso il Libano. “Così i nostri fedeli di Damasco si sentono isolati, condannati a vivere in pericolo, e a morire nel loro buco tagliati fuori dai loro parenti e amici che già vivono in Libano. Questa solitudine aggiunge all’angoscia l’amara esperienza del freddo inverno, la triste sensazione dell’abbandono. I nostri fedeli – conclude il messaggio – trascorrono la loro festa di Natale nel freddo gelido del loro ‘presepe domestico’ affidandosi al calore della loro fede sotto lo sguardo tenero della Sacra Famiglia”.

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