SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il vescovo Carlo Bresciani ha incontrato i pescatori venerdì 5 dicembre nel salone della parrocchia di San Benedetto Martire.
L’incontro programmato da tempo, si è inserito in un contesto particolare, dopo l’ennesima tragedia sul mare, sul lavoro. Nella celebrazione eucaristica al termine dell’incontro, inserita nella novena dell’Immacolata e in ricordo dei pescatori vittime del mare, si è ricordato in special modo il giovane marittimo, ultima vittima di un mare che può essere ancora oggi predatore.

Il clima dell’incontro è stato estremamente familiare, il vescovo ha presentato il brano della chiamata degli apostoli dell’evangelista Matteo proponendo una breve riflessione. Ha indicato come la scelta di Gesù di chiamare quei quattro pescatori a essere apostoli merita un’attenzione. I pescatori sono uomini con i piedi per terra, abituati al lavoro duro, magari non sono abituati ai discorsi dotti ma sono uomini solidi. Eppure sono uomini che, pur abituati alla concretezza, ci sorprendono nel lasciare le reti e seguire Gesù.
Il vescovo ha sottolineato un’altra caratteristica di questi uomini che a quel subito, affascinati da Gesù in cui hanno riconosciuto qualcosa di importante, non sono venuti meno, sono stati di parola e forse pur non capendo hanno detto si a quel strano invito di diventare pescatori  non di pesci ma di uomini.
Questi pescatori, divenuti apostoli sono coloro che hanno testimoniato la fede in Cristo, perciò il vescovo Carlo ha detto ai pescatori “non sottovalutatevi. La nostra fede è basata sulla testimonianza di pescatori!” e li ha invitati a fidarsi si delle proprie capacità, ma prima di tutto di Dio che viene anche prima della pesca perché “nel lavoro c’è posto per Dio.” Quel Dio che è vicino nelle notti sfiancanti e insonni, nella durezza del lavoro e nell’aprire alla speranza nel dramma del dolore, e di fronte alla morte, dove “l’unica parola da credente che ho, è la parola di Gesù, che non toglie la sofferenza ma apre uno squarcio di speranza a partire dalla resurrezione”

Con affetto il vescovo ha sollecitato a coltivare la fede, alla prudenza nel lavoro in mare e ascoltando le difficoltà esposte dai pescatori, a vivere la sfida dell’unità. Essere uniti e coesi, come marineria permette di far sentire la propria voce con più forza per difendere e chiedere adeguate leggi per proprio lavoro, dentro un sistema anche del mercato e del lavoro oggi che non è equo e giusto.

I pescatori hanno ribadito di essere grati e contenti dell’attenzione del vescovo nei loro confronti e della sua vicinanza concreta manifestatasi nelle sue visite al porto. Inoltre ha ricordato il vescovo ai pescatori di sentirsi  onorati nel fare un lavoro che permette alle persone di mangiare e stare bene con un buon piatto di pesce. Il valore del lavoro non è puramente economico e di sussistenza, ma ha infatti un valore sociale perché a beneficio della società.
Quella stessa società che si rende vicina e prega per coloro che durante lo svolgimento del proprio lavoro hanno perso la vita, e s’impegna per un lavoro che sia sempre rispettoso della persona umana.

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1 commento

  • giancarlo
    16/12/2014 alle 18:37

    Bella l'attenzione di un rappresentante della Chiesa verso chi si guadagna ogni giorno pericolosamente il sostegno per se e per la sua famiglia. Almeno questi uomini hanno qualcuno che li guarda e li protegge,.dall'alto.

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