consacrateDi Marco Doldi

Un Papa appartenente ad un Ordine religioso desidera un anno dedicato alla Vita Consacrata. Tante volte Francesco si è rivolto ai confratelli religiosi per chiedere loro una rinnovata testimonianza del Vangelo ed ora invita tutta la Chiesa a contemplare la santità e la vitalità che sono presenti in questa forma di vita. Tutti i membri del popolo di Dio sono chiamati a ringraziare il Signore per coloro che si sono interamente consacrati con la loro vita al servizio di Dio e dei fratelli.
Che cosa è la vita consacrata? In parole semplici il Concilio ha detto che essa consiste nel seguire Cristo come viene insegnato dal Vangelo; consiste nell’adesione personale a Lui, così da essere nel mondo memoria vivente del modo di esistere e di agire di Cristo. Certo, ogni battezzato è chiamato a questo, ma il religioso lo fa con l’intensità dei consigli evangelici. Povertà, castità e obbedienza sono le forme, quasi gli aiuti, attraverso cui vivere l’essere conquistati da Cristo, al punto da avere i suoi stessi sentimenti. L’obbedienza come ascolto della volontà di Dio, nella mozione interiore dello Spirito Santo autenticata dalla Chiesa, accettando che l’obbedienza passi anche attraverso le mediazioni umane. La povertà come superamento di ogni egoismo nella logica del Vangelo che insegna a confidare nella Provvidenza di Dio. E, poi, la castità come carisma prezioso, che allarga la libertà del dono a Dio e agli altri, con la tenerezza, la misericordia, la vicinanza di Cristo.
Cristo è la forma di vita che viene assunta dal consacrato e trasformata in atteggiamenti concreti e coerenti. È un modo di vivere che attira, perché testimonia la presenza di Dio e la sua bellezza. Sì in un mondo secolarizzato, dove si è insegnato a pensare e a vivere “come se Dio non ci fosse”, l’intensità di chi abbraccia la vita religiosa assume il valore della testimonianza della fede. Davanti alla radicalità di chi offre con gioia la propria vita per amore di Dio, è difficile restare indifferenti o dubbiosi. Se anche questa è la carica della vita religiosa, si comprende facilmente l’invito del Papa ai consacrati, affinché escano. C’è bisogno di loro e della loro testimonianza! Le persone consacrate sono segno di Dio nei diversi ambienti di vita, sono lievito per la crescita di una società più giusta e fraterna, sono profezia di condivisione con i piccoli e i poveri. “Così intesa e vissuta, la vita consacrata – dice il Papa – appare proprio come essa è realmente: è un dono di Dio, un dono di Dio alla Chiesa, un dono di Dio al suo Popolo!” (Angelus 2/02/2014).
Sì, ogni persona consacrata è un dono per il Popolo di Dio in cammino. C’è tanto bisogno di queste presenze, che rafforzano e rinnovano l’impegno della diffusione del Vangelo, dell’educazione cristiana, della carità verso i più bisognosi, della preghiera contemplativa; l’impegno della formazione umana, della formazione spirituale dei giovani, delle famiglie; l’impegno per la giustizia e la pace nella famiglia umana. Attraverso i religiosi, i monaci, i laici consacrati la Chiesa e il mondo ricevono la testimonianza dell’amore e della misericordia di Dio. Perciò è necessario valorizzare con gratitudine le esperienze di vita consacrata e approfondire la conoscenza dei diversi carismi, che lo Spirito Santo infonde. Ancora, occorre pregare perché tanti giovani rispondano “sì” al Signore che li chiama a consacrarsi totalmente a Lui per un servizio disinteressato ai fratelli; consacrare la vita per servire Dio e i fratelli è realizzare se stessi.
L’anno della Vita Consacrata si è aperto in una forma un poco inconsueta, cioè attraverso la messa in onda nella Basilica di S. Maria Maggiore di un video-messaggio del Santo Padre, impegnato nel viaggio apostolico in Turchia.

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