PaceDi Domenico Strano

Un percorso di studi per operare in contesti sociali caratterizzati dalla presenza islamica e mirato in particolare ai leader religiosi musulmani, per offrire loro una formazione laica della sfera pubblica. È quanto l’Università di Padova propone dal 2011 con il master interuniversitario “Studi sull’islam d’Europa”. Il master è tenuto da un’équipe di professori e ricercatori del “Centro interuniversitario, culture, diritti e religioni” e del “Forum internazionale democrazia e religioni” (Fidr) ed è promosso dall’Università degli studi di Padova, del Piemonte orientale, della Statale di Milano, dell’Insubria di Como e della Cattolica di Milano. L’offerta formativa è costruita su temi che vanno dalla storia, l’antropologia e la sociologia dell’Islam, agli ordinamenti giuridici europei e islamici. Il master si rivolge tanto agli studenti italiani quanto a quelli stranieri, specialmente agli studenti musulmani e agli imam, le guide spirituali delle comunità musulmane. “La presenza islamica in Europa è andata crescendo e stabilizzandosi sino a costituire un tratto non secondario del paesaggio sociale e culturale. Sempre di più, quindi, si può parlare di una realtà islamica che va oltre il discorso sull’immigrazione”, spiegano i membri del Centro interuniversitario e del Fidr. A fare il punto su questi primi tre anni è il fondatore e direttore scientifico del master Vincenzo Pace, docente di sociologia delle religioni presso l’Università di Padova.

Che risposta c’è stata da parte degli studenti e del mondo accademico?
“C’è stata una buona adesione e una partecipazione costante. Dal primo anno sono stati venti gli iscritti, più alcuni imam. Considerato che i tempi non sono facili, direi che è un buon risultato. Il master è stato sostenuto sin dall’inizio dal mondo accademico e da numerosi enti e associazioni del mondo cattolico e musulmano, dalle Acli alle Ucoii, e recentemente anche dal consolato del Marocco che ha messo a disposizione delle borse di studio. Come università di Padova siamo molto soddisfatti della risposta, non solo da parte degli studenti ma anche della società civile”.

Quanto è importante la formazione degli imam di “casa nostra”?
“La loro presenza è stato un altro importante traguardo. Spesso, soprattutto quelli che vivono qui in Italia, sono autodidatti e possiedono una cultura di basso livello. Noi con questo master intendiamo offrire un’alta formazione anche per leader religiosi e fornire loro una visione laica della società. La loro formazione è quindi importante per favorire un processo d’integrazione tra culture diverse. Molti di loro, a fine studi, ci hanno ringraziato perché durante il master avevano appreso molte cose che non conoscevano”.

Come è nata l’iniziativa del master sull’Islam d’Europa?
“L’idea del master serpeggiava già quattro anni fa in un gruppo di giuristi delle università di Padova, Milano e del Piemonte. Ufficialmente è partito a Padova nell’anno accademico 2011-2012 ed è tuttora l’unico in Italia; da quest’anno nel consorzio interuniversitario sono entrate l’università del Piemonte orientale e la Statale di Milano”.

Quali sono gli obiettivi futuri?
“In Italia non mancano esperienze di ricerca e di studi degne d’interesse come lo sono, tra l’altro, i dialoghi della Chiesa con le comunità musulmane. Tuttavia è ancora bassa l’attenzione alla presenza islamica da parte del mondo accademico. Il nostro grande obiettivo è continuare a offrire una formazione culturale alla pari delle grandi esperienze accademiche europee, come la Germania e la Danimarca. Crediamo, in tal senso, che un più ampio progetto europeo di studi sull’Islam sia di gran lunga più ambizioso”.

Entra a far parte della Community de L'Ancora (clicca qui) attraverso la quale potrai ricevere le notizie più importanti ed essere aggiornati, in tempo reale, sui prossimi appuntamenti che ti aspettano in Diocesi.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *