Don Gianluca RosatiDi Don Gian Luca Rosati

«Il fumo uccide», leggo su un sacchetto di tabacco abbandonato, solo e vuoto, in mezzo a una via. Una frase che intende scoraggiare o almeno responsabilizzare il consumatore che non dovrebbe comprare qualcosa che gli si presenta come un veleno.

Ma c’è un altro tipo di fumo, più nocivo, che si veste bene, ha colori brillanti e invitanti, viene pubblicizzato da uomini e donne giovani, sorridenti mentre ostentano un successo facile, raggiunto proprio grazie a quel fumo. È un fumo molto denso che annebbia completamente chi ne fa uso, rendendolo via via più incapace di smettere, sempre più dipendente.

È il fumo del gioco d’azzardo.

Se la realtà plastificata della televisione o dei biglietti della lotteria o del gratta e vinci, ci offre il miraggio di vincite favolose, la realtà quotidiana è ben diversa. Non riesco più a togliermi dalla mente un’immagine che, qualche anno fa, mi ha ferito. Entrando in un bar, sono passato a fianco a un uomo seduto davanti a un video-poker; sembrava un automa incapace di smettere di perdere, ma incapace anche di alzarsi smettendo di giocare. Continuava in modo meccanico a buttare i suoi soldi dentro la macchinetta.

La scena mi ha talmente impressionato che ora ogni spot sulle scommesse mi fa venire voglia di cambiare canale o di spegnere la televisione, anche se sto guardando un programma interessante. E non venite a raccontarmi che si può giocare in modo responsabile o che c’è un vaccino contro la dipendenza, perché non mi convincerete mai!

Un proverbio della tradizione popolare recita più o meno così: «Chi gioca e spera di vincere, si leva gli stracci e si mette i cenci», avvertendo che, il più delle volte, col gioco d’azzardo non si guadagna nulla e si fa fatica a non perdere niente.

Penso sia arrivato il momento per noi cristiani di dare un segno forte al mondo!
Se non possiamo direttamente porre fine a questo inquinamento mortale perché gli interessi in gioco sono troppi, possiamo, però, boicottare ogni forma di gioco d’azzardo. Si può smettere di giocare al lotto, di comprare i biglietti della lotteria, di giocare al gratta e vinci, di compilare schedine del superenalotto e di scommettere sulle partite o sugli eventi sportivi.

E non facciamolo solo per protestare contro la falsità di chi vende fumo per arrosto, approfittando dell’ingenuità o del bisogno dei consumatori; facciamolo per solidarietà con tutti i malati di ludopatia, con tutti i familiari di chi si è indebitato all’inverosimile, con tutti quei bambini e ragazzi costretti a mendicare il pane a causa degli azzardi dei loro genitori.

Noi cristiani non possiamo rimanere indifferenti!

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1 commento

  • francesco
    24/11/2014 alle 19:41

    Io gioco un euro al giorno con un gioco sisal, e allora ? Nel mio bilancio non incide troppo, anche perché qualche volta qualcosa è tornato con le piccole vincite. Solo medici e avvocati devono avere un oo'di agiatezza economica ? Il gioco permette anche ai non ricchi di sognarla, e io voglio che continui ad esserci. A me fa piu pena chi è schiavo del lavoro, che fa gli straordinari per 30 € lordi all'ora.

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