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Papa Francesco ha ‘benedetto’ la proposta del suo Elemosiniere, mons. Konrad Krajewski, di far realizzare tre docce nel colonnato di San Pietro per i clochard che vivono nei dintorni della Basilica vaticana. I lavori inizieranno lunedì 17 novembre e si svolgeranno all’interno dei bagni per i pellegrini che si trovano sotto le colonne del Bernini.

L’idea di ‘don Corrado’ – già realizzata in dieci parrocchie romane, a cominciare da Via Gregorio VII, Piazzale Clodio e l’Aventino – è nata a seguito di un incontro con un senzatetto, Franco, 50 anni, di cui dieci vissuti in mezzo alla strada.

“Ero appena uscito dalla chiesa del Santo Spirito, dove vado a confessare – racconta il presule al sito Vatican Insider – e in via della Conciliazione ho incontrato Franco, un senzatetto. Mi ha detto che proprio quel giorno compiva cinquant’anni e che da dieci vive per strada”. Krajewski invita quindi l’uomo a cena al ristorante. Ma la risposta che sente è colma di tristezza: “Ma io puzzo…”, dice l’uomo. “L’ho portato lo stesso con me. Siano andati a mangiare cinese. Mentre eravamo a tavola, mi ha spiegato che a Roma qualcosa da mangiare si trova sempre. Quello che manca sono i posti dove lavarsi”.

“Nella Capitale – racconta infatti l’Elemosiniere del Papa – ci sono le mense Caritas, c’è la mensa della Comunità di Sant’Egidio, ma ci sono anche tante iniziative delle parrocchie. Chi vive per la strada sa dove andare. Esistono anche luoghi dov’è possibile fare una doccia. La Comunità di Sant’Egidio, in prima linea nell’aiuto a chi vive per la strada, ha pubblicato un vademecum aggiornato intitolato ‘Dove mangiare, dormire, lavarsi'”.

Ma come ha detto Franco, il clochard, “c’è sempre tantissima gente e poi c’è poco tempo a disposizione. Per questo preferisco mettere da parte dei soldi e andare a prenotare di tanto in tanto una cabina doccia alla stazione Termini”.

Il presule, abituato a considerare i pasti come la necessità primaria dei senza tetto, non perde tempo a trovare un provvedimento per le necessità del suo ‘amico’ e decide di visitare una decina di parrocchie romane, nel cui territorio stazionano molti senza fissa dimora. Chiede quindi che vengano realizzate delle docce, che verranno pagate con la carità del Papa. “Non è semplice – spiega Krajewski – perché è più facile preparare dei panini che gestire un servizio di docce. Servono dei volontari, servono gli asciugamani, serve la biancheria”.

Il progetto tuttavia ha trovato buona accoglienza da parte dei parroci e non solo: il cantante Andrea Bocelli, tramite la sua fondazione, stacca un assegno consistente. Un senatore del Nord fa intervenire un’impresa che regala i lavori per realizzare le docce nelle parrocchie che ne sono sprovviste.

Anche il Vaticano fa la sua parte. Già da tempo il Governatorato stava progettando di ristrutturare i bagni per i pellegrini che si trovano sotto il colonnato, a poche decine di metri dal Portone di Bronzo. Le parole di Franco e l’insistenza di Krajewski fanno studiare in tutta fretta una significativa variante al progetto, che ottiene subito il placet di Papa Francesco.

In queste docce all’ombra del Cupolone, come in quelle nelle varie parrocchie della capitale, non ci saranno insegne esterne, riferisce ancora Vatican Insider. Krajewski sta cercando inoltre di coinvolgere gli allievi di una scuola per parrucchieri, così da poter offrire di tanto in tanto, oltre alla doccia, anche il taglio dei capelli. Potersi lavare e tenersi ordinati renderà i “pellegrini senza tetto” -come gli piace definirli – meno vulnerabili alle malattie che si trasmettono con la sporcizia.

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