Presepe

 

Don Gian Luca Rosati

RIPATRANSONE – Non è presto, perché un presepe per essere vivente dovrebbe coinvolgere chi lo prepara e nascere dal cuore; ogni statuina, infatti, ha la sua storia e i suoi motivi per essere collocata proprio lì, ha una sua posa, vuole suscitare in chi si ferma a guardare un sentimento, un’emozione, magari una riflessione.

La mia città ricorda un presepe e, a ben vedere, non sono solo la disposizione delle case e i bei mattoni a vista a dare questo effetto. I comignoli fumanti e le luci accese comunicano il calore della vita, degli affetti, dei ricordi e delle speranze; raccontano le stesse attese della gente nella notte di Betlemme,…

Pian piano davanti ai miei occhi prende forma un meraviglioso presepe che si compone sulle nostre strade, nelle nostre chiese, nei nostri ambienti di lavoro, nei nostri vicoli e nelle nostre case.

Ci siamo tutti: accoglienti e indifferenti, vigilanti e dormienti, amici e nemici, piccoli e potenti, umili e superbi, pii ed empi, sazi e affamati, pazienti e impazienti, tristi e allegri, generosi e avari, altruisti ed egoisti, caritatevoli e insensibili, pieni di speranza e disperati, curiosi e annoiati, poveri e ricchi, taciturni e chiacchieroni, tranquilli e inquieti, scontrosi e cordiali, pastori e re,…

Incamminandomi verso la mangiatoia, mi accorgo che non è mai troppo presto per un presepe così, perché ci aiuterebbe ogni giorno a fare memoria dell’Incarnazione di Gesù, del suo venire ad abitare in mezzo a noi, del suo stare con noi e sarebbe un continuo invito a riconoscerci fratelli accomunati da una stessa attesa di gioia e di pace!

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