Papa Francesco e Bartolomeo ILa mancanza di libertà religiosa nel mondo, le persecuzioni contro i cristiani e le minoranze, il terrorismo, il dramma dei profughi, il fondamentalismo e il secolarismo esasperato: sono tutte sfide che “interpellano la nostra coscienza di cristiani e di pastori” e sono “un appello a cercare con impegno rinnovato, con costanza e pazienza le vie che conducono verso l’unità, ‘perché il mondo creda’, e perché noi per primi possiamo essere ricolmi di fiducia e di coraggio”.
Lo ha detto Papa Francesco incontrando ieri mattina in Vaticano 40 vescovi di diverse Chiese e 24 Paesi che stanno partecipando a Castel Gandolfo al 33° convegno ecumenico di vescovi amici del Movimento dei Focolari.
Sono presenti vescovi della Chiesa ortodossa, siro-ortodossa, armeno-ortodossa, della comunione anglicana di vari Paesi, della Chiesa evangelica-luterana metodista, e cattolica.
“Nel nostro mondo travagliato”, ha detto il Papa, occorre dare “una chiara testimonianza di unità tra i cristiani e di una esplicita attestazione di stima, di rispetto e, più precisamente, di fraternità tra di noi. Questa fraternità è un segno luminoso e attraente della nostra fede in Cristo risorto”. “Se infatti intendiamo cercare, come cristiani, di rispondere in modo incisivo alle tante problematiche e ai drammi del nostro tempo – ha aggiunto Francesco -, occorre parlare e agire come fratelli, e in modo tale che tutti lo possano facilmente riconoscere”.

“Anche questo – ha proseguito il Santo Padre – è un modo, forse per noi il primo, di rispondere alla globalizzazione dell’indifferenza con una globalizzazione della solidarietà e della fraternità, che tra i battezzati dovrà risplendere in modo ancora più nitido”. Nel suo discorso, papa Francesco ha elencato le sfide che i cristiani insieme sono chiamati ad affrontare: “il fatto che in diversi Paesi manchi la libertà di manifestare pubblicamente la religione e di vivere apertamente secondo le esigenze dell’etica cristiana; le persecuzioni nei confronti dei cristiani e di altre minoranze; il triste fenomeno del terrorismo; il dramma dei profughi causato da guerre e da altre ragioni; le sfide del fondamentalismo e, dall’altro estremo, del secolarismo esasperato”. I cristiani devono pertanto trovare le vie necessarie che conducono alla loro unità e – facendo quindi riferimento al tema dell’incontro – “tra queste vie ce n’è una che è una strada maestra, ed è proprio l’Eucaristia come mistero di comunione. “Lì, nell’Eucaristia – ha detto Francesco -, noi sentiamo chiaramente che l’unità è dono, e che al tempo stesso è responsabilità, responsabilità grave”.

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