GalantinoLa Chiesa italiana mette in guardia dai costi e dalle insidie della rete ma invita ad “abitare queste piazze virtuali senza battaglie di retroguardia, come una vera sfida educativa”.
Lo ha detto ieri mattina a Roma, in Campidoglio, monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, aprendo i lavori del convegno organizzato dall’Aiart (Associazione di spettatori cattolici) sul problema della dipendenza dal web o “internetpatia” ossia la necessità di stare in rete e controllare in maniera compulsiva i messaggi. “Usufruisco abbastanza della rete – ha confidato mons. Galantino -. Quando ho perso il mio tablet stavo perdendo la testa e mi sono reso conto che stava diventando una protesi. Quando mi sono tranquillizzato, l’ho ritrovato”. “Oggi la grossa novità – ha osservato – è di natura antropologica. Pensiamo alla smania di fissare l’istante su Facebook e ricevere i ‘Mi piace’. Io di solito, tra il venerdì sera e il sabato mattina, posto l’omelia, dopo 5 secondi trovo 40 ‘Mi piace’ ma sicuramente lo fanno per simpatia, nemmeno la leggono. Oggi quello che postiamo è più condizionato dai ‘Mi piace’ che dai contenuti. Nonostante questo restiamo tutti alla finestra, dirimpettai gli uni degli altri, tirati per la giacca da sensazioni senza giudizio. Ma così perdiamo la narrazione”.

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